Manca meno di un mese, 28 giorni per l’esattezza, alla chiamata alle urne che servirà a ridare un sindaco alla città dei commissari. Ma gli ultimi nodi andranno sciolti nel giro di poche ore. Entro mercoledì a mezzogiorno andranno presentate liste e candidati, senza se e senza ma. Ma nel centrosinistra i rebus non sono stati ancora risolti. Ieri si è tenuta una riunione nella sede del comitato del candidato sindaco Felice Calabrò, ma non sono giunte fumate sulle presidenze dei Quartieri, che oltre al “caso”dei renziani Palano Quero e Russo (che oggi potrebbero tirare le fila della vicenda in una conferenza stampa pomeridiana) mette sul tavolo una diatriba sulla sesta Circoscrizione, tutta interna ai Dr, con una parte che spinge per Orazio Laganà e l’altra (l’ex assessore Corvaja in testa) per l’ex Pdl Nino Scimone. In casa Sel, invece, la resa dei conti sarà oggi pomeriggio, quando si riunirà l’assemblea provinciale “allargata” (ci sarà anche Massimo Fundarò del regionale). Sarà questa la sede in cui si discuterà definitivamente la posizione del partito sulle candidature ai Quartieri. Certo è che la nota congiunta dei circoli “Città di Messina” e “Matteo Cucinotta”, con la quale è stato chiesto di non presentare nomi per le presidenze (chiedendo un passo indietro alle uniche proposte emerse nei giorni scorsi, Andrea Carbone e Santino Morabito), degli strascichi li ha lasciati. A rispondere ieri è stato il coordinatore provinciale Salvatore Chiofalo. Il quale ha ricordato che «con senso di responsabilità e spirito di lealtà abbiamo partecipato alle primarie e adesso sosteniamo convintamente Felice Calabrò», ma al tempo stesso «alcuni iscritti e militanti non hanno condiviso la strada intrapresa e legittimata dagli organismi statutari del partito». Chiofalo, però, non le manda a dire: «Appare quantomeno singolare che siano quegli iscritti e la coordinatrice del circolo Matteo Cucinotta che si sono smarcati dal progetto del centrosinistra, ammiccando ad altre proposte, a pretendere oggi di dettare la linea di Sel nei rapporti col resto della coalizione ». E ancora: «Sel ritiene legittimamente di poter offrire alla coalizione un contributo autorevole di personalità di profilo che possano affiancare il sindaco nel difficile compito che sarà chiamato a svolgere, tutto ciò senza, per questo, prendere parte ad alcuna battuta di caccia alle poltrone». Il sunto pare essere: solo l’assemblea può determinare la posizione del partito, un partito in grado di proporre propri nomi nei vari ruoli a disposizione. Un’assemblea, quella di oggi, in cui però la posizione dei circoli potrebbe finire per prevalere. Nel centrosinistra le gatte da pelare sono anche altre. E una di queste riguarda proprio la lista “La Farfalla”di cui Sel fa parte, insieme ad alcune associazioni, a uomini vicini all’ex coordinatore cittadino del Pd Giuseppe Grioli e ad Emilio Fragale. Quest’ultimo continua a tirare “frecciate” nei confronti di Calabrò. Con segnali neanche tanto velati di insofferenza. «L’assordante silenzio di Calabrò –scrive Fragale –dinanzi alle puntuali, inequivocabili, nobili sollecitazioni de “La Farfalla”, lasciano intuire che il nostro battito d’ali viene percepito come il ronzio di un’ape pungente se non di mosca fastidiosa». Il “fantasioso” Fragale cita un video su Internet i cui protagonisti sono un calabrone e una farfalla che finiscono per “convivere” su di un fiore. L’ape “rispetta” la farfalla. Fragale, nella sua nota, si chiede se Calabrò rispetti “La Farfalla”, a cui «interessa vincere (convincendo) e amministrare (ben governando), ma che non ha rivendicato posti, ruoli, incarichi ma allo stesso tempo non ha delegato in bianco Felice Calabrò su programma e squadra di governo. La Farfalla non intende essere liquidata con poche, spicciole, frettolose battute dal candidato sindaco. Se Calabrò pensa come un “calabrone” senza rispettarci, ne prenderemo atto. Resterà felice... a piedi. Ora che ci penso – conclude Fragale – guardo se vi è un video su la Farfalla e la Bicicletta, ho letto che “come la farfalla anche la bici rende il mondo migliore”. Vi è un candidato che cammina in bici?». Un messaggio neanche tanto subliminale. Perché è evidente che se un candidato campeggia con la sua bici sui manifesti, quello non è Felice Calabrò ma Renato Accorinti.