Ad avercene di coraggio tale. Questa donna merita un premio. Aveva pure capito tutto, sin da quando quei due l’avevano adocchiata accerchiandola, proprio mentre cercava parcheggio a bordo della sua utilitaria. Pieno giorno, via Parguay, una delle perpendicolari di viale Libertà. È qui che si è consumato l’atto di violenza a scopo di rapina. A finire nel mirino della coppia di balordi, entrambi di 23 anni, una quarantenne, evidentemente sottovalutata. Sono appena trascorse le 16 di giovedì quando uno dei due entra in azione, puntando tutto sull’effetto sorpresa. Lei aveva già avvertito il loro fiato sul collo. Le ronzavano attorno, in sella ad uno scooter Honda Sh (un classico), aspettando il momento ideale per aggredirla, ovvero a parcheggio avvenuto, all’uscita dall’auto. Purtroppo, quel sesto senso che le suggeriva massima precauzione si è manifestato tardi, a manovra già completata. Il motore è ancora acceso, ma c’è poco da fare. Uno di loro si fionda sullo sportello aprendolo di scatto. Infila le braccia dentro provando ad afferrare la borsa sul sedile; lei prova invano a impedirglierlo. Le cose si complicano, il tizio s’innervosisce cercando di impossessarsi della borsa, la donna non molla la presa e la tiene stretta a sé. Partono i primi strattonamenti e giù con un pugno dritto al viso. Non sarà l’ultimo. Eppure la vittima non sembra dare segni di cedimento: mantiene il possesso della borsa. A questo punto la violenza cresce esponenzialmente e il delinquente diventa una belva. Seguono altrettanti pugni in viso e colpi forti in testa con l’obiettivo di tramortirla definitivamente. Alla fine delle percosse però, l’intento riesce solo in parte. La povera donna crolla sì, ma è ancora cosciente. Ed è qui che dà il meglio di sé. Da terra, lì davanti alla sua utilitaria, mentre il tizio ha appena arraffato il bottino saltando sullo scooter del complice a pochi metri distanza per poi partire a tutto gas, la mitica quarantenne, dolorante, con un occhio nero ed escoriazioni varie, trova quella carica di energia alternativa che le basta a sollevare lo sguardo e memorizzare parte della targa di quei maledetti. È fatta. La polizia completerà l’opera in un battibaleno. Appena un’ora e mezza dopo il terribile episodio di violenza i due vengono acciuffati. Davvero formidabile l’attività di ricerca messa in campo dalla polizia, grazie anche alle preziose informazioni che la coraggiosa vittima è riuscita a fornire ben descrivendo i due rapinatori. Con il coordinamento della centrale operativa che ha sguinzagliato le volanti e l’intervento decisivo della Squadra mobile, i due vengono rintracciati nei pressi del viale Giostra e cioè in via Delle Corporazioni. Avevano ancora in tasca il cellulare della donna: con la memoria piena zeppa di foto ed sms che solo una gentile signora può ricevere. La simcard era stata gettata via per evitare di essere rintracciati. Ma sulla titolarità del telefonino non hanno potuto dir nulla. Né il codardo picchiatore ha saputo dare una spiegazione alle escoriazioni sulle nocche della mano destra (e in particolare sul dito indice), sporche di sangue per la furia impiegata contro la donna. La Mobile ha subito dopo recuperato la borsa con all’interno gli effetti personali della quarantenne e i suoi documenti. Era stata abbandonata in un garage di una palazzina poco distante dal luogo dell’arresto. A finire in manette con l’accusa di rapina aggravata in concorso, Alessio Mascianà e Salvatore Badessa, entrambi messinesi. Il sostituto procuratore Antonella Fradà, ha disposto il carcere per entrambi. Sono stati rinchiusi a Gazzi. Quanto alla nostra eroina: dopo essere stata accompagnata al Pronto soccorso dell’ospedale Papardo per farsi medicare, i sanitari hanno deciso una prognosi di otto giorni.