È impressionante quello che hanno trovato gli uomini del Corpo forestale a due passi da Forte Cavalli, nell’ennesima discarica abusiva di materiale altamente inquinante, la classica “bomba ecologica” che ci avvelena in silenzio perché il suo percolato s’insinua nelle acque e nel terreno coltivato. A questo punto è forse necessario realizzare uno screening sull’intero territorio cittadino, perché le operazioni delle ultime settimane dimostrano che ci sono persone senza alcuno scrupolo che adoperano il nostro territorio come una pattumeria privata. E in Procura pare stiano pensando proprio a questo dopo gli ultimi fascicoli trattati, che sono lo specchio di un serio problema ambientale incombente. L’ultima operazione della Forestale ha fatto emergere un quadro impressionante. Già il 28 aprile gli uomini del Distaccamento dei Colli Sarrizzo, con il coordinamento dell’Ispettorato ripartimentale di Messina, erano andati a dare una controllata nei pressi di Forte Cavalli e avevano notato un’alterazione dell’orografia, rispetto a controlli precedenti. E così dopo altra attività d’indagine, due giorni dopo hanno posto sotto sequestro una vasta area nel bacino imbrifero del torrente Guidara, proprio a due passi della località denominata Forte Cavalli. Nell’area sono stati infatti eseguiti infatti parecchi “carotaggi” sino ad una profondità di oltre cinque metri ed è stato esaminato sia il materiale estratto sia il profilo stratigrafico che è saltato fuori. Ebbene, in tutte le aree di saggio sono stati rinvenuti rifiuti di ogni genere. L’elenco di quanto è stato trovato è abbastanza eloquente. Eccolo: materiale terroso in prevalenza di natura sabbiosa, inerti da demolizione edile (mattoni, piastrelle, frammenti di conglomerato), residui ferrosi (tondini in ferro), materiale plastico (bottiglie, buste, pezzi di guaina, ecc.) e qualche bottiglia di vetro. L’intera area è invasa poi da ogni tipo di rifiuto speciale, pericoloso e non, che dovrebbe essere smaltito in maniera molto diversa, con una procedura specifica e non essere semplicemente “sotterrato”. Ecco cosa c’era ancora lì dove la Forestale ha sequestrato tutto: inerti da demolizioni edili, terre da scavo, pezzi di asfalto, pneumatici, lamiere varie, contenitori di latta e plastica, materiale ferroso che deriva dalla demolizione di strutture armate, residui da esumazione cimiteriale come frammenti di marmo utilizzati per il rivestimento delle tombe, parti di casse zincate, frammenti di legno rivestiti da materiale spugnoso tipico delle bare, guaine catramate, teloni plastificati, gomene per l’ormeggio delle barche, lastre di basolato lavico, manichette utilizzate per lo spegnimento degli incendi, pali in cemento armato per linee elettriche, materiale plastico di vario tipo. Insomma una spaventosa accozzaglia di materiali e rifiuti di vario genere, molti dei quali tossici e pericolosi, che qualcuno ha per mesi scaricato e interrato, indisturbato. Sulla vicenda gli uomini della Forestale hanno inviato una dettagliata informativa in Procura dopo aver sequestrato tutto, per evitare la reiterazione del reato. Ci sono già alcuni indagati per questa vicenda. Ma la cosa più clamorosa è questa: l’area è sottoposta al vincolo ambientale perché ricade in “Zps”, ovvero Zona a protezione speciale.