A Giampilieri si lavora a pieno regime per mettere in sicurezza la montagna. Più giù, nella scuola intitolata a Simone Neri, eroe e vittima dell’alluvione, c’è ancora tanta rabbia che si mischia a frustrazione. C’è gente che ha perso la casa e gli affetti e che aspetta ancora i soldi per ricominciare. In realtà lo ha già dovuto fare in questi tre anni e mezzo, negli ultimi tempi contando solo sulle prorie forze. Adesso è stanca e vorrebbe risposte immediate. Così l’incontro con il nuovo responsabile regionale della protezione civile Calogero Foti, subentrato da poco all’ingegnere Pietro Lo Monaco, più che un appuntamento istituzionale diventa un confronto diretto. Un’occasione per chiedere risposte immediate, dirette. Foti ascolta tutti, con pazienza e grande disponibilità. La gente ha fretta, ognuno ha i suoi problemi, la burocrazia richiede tempi tecnici che non sempre sono compatibili con le speranze. Qualche buona notizia è arrivata, alcune famiglie stanno per ricevere i soldi che aspettano, per altre è il nuovo responsabile della protezione civile a impegnarsi in prima persona. Sul suo foglio segna nomi e appunti, alla gente spiega cosa farà, in queste settimane. Chiede pazienza, ma da anche tante risposte. E ascolta tutti, soprattutto. Che è forse la cosa più importante. Il modo migliore per dimostrare che nessuno ha dimenticato Giampilieri e le sue 37 vittime.
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