La festa del lavoro. Che non c’è. La reinterpretazione del 1 maggio in veste contemporanea è ormai la principale chiave di lettura di una ricorrenza che suona beffarda ogni anno di più. Tante, troppe le situazioni affastellate in un disperante rosario di emergenze che si allunga sempre più: non c’è comparto che non risenta della crisi, mentre difficilmente le vertenze aperte riescono a ricomporsi. Talvolta, però, al danno si aggiunge la beffa. È il caso dei lavoratori del disciolto Ente Fiera di Messina, da diciotto mesi senza stipendio e, soprattutto, con mansioni lavorative ormai prive di contenuto. Dopo mesi di incertezza, avevano creduto lo scorso 20 aprile di essere stati finalmente ascoltati: la I Commissione dell’Ars aveva infatti approvato l’emendamento, proposto – insieme con quello per i vigili urbani precari – dai deputati messinesi Franco Rinaldi, Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto, che – dopo avere avuto parere favorevole anche dal Governo – ne prevedeva il passaggio alla Resais, la società “contenitore” della Regione nella quale sono transitati, ad esempio, i dipendenti dell’Ente Fiera di Palermo, analogamente posto in liquidazione. In aula, però, il proditorio “agguato”: il testo approvato alle 6,40 del mattino del primo maggio non contiene alcune traccia dell’emendamento votato dalla I Commissione. Nell’intricata trama finanziaria intessuta tra aula e governo regionale durante la tumultuosa notte palermitana – che ha fatto registrare anche uno scontro al calor bianco tra il presidente della Regione Crocetta, che ha pure aspramente commentato lo stanziamento pro-vigili, e il presidente dell’Ars, il messinese Giovanni Ardizzone – c’è stato dunque un “buco” e in esso sono finiti proprio i dodici lavoratori peloritani. In buona compagnia, visto che altri cento sono stati gli emendamenti varati in commissione e poi non approdati alla stesura finale del documento contabile: «Mi chiedo – commenta l’on. Rinaldi – a cosa serva allora il lavoro delle Commissioni. Una volta appreso del mancato inserimento dell’emendamento in Finanziaria, così com’era accaduto per quello relativo ai vigili urbani, ho fatto di tutto perché fossero reinseriti entrambi. Quello relativo ai vigili è passato come subemendamento al titolo sulle autonomie locali, per l’altro invece non c’è stato nulla da fare. È scandaloso che ci sia già una delibera di Giunta sulla messa in liquidazione dell’Ente Fiera e che non si adotti alcun provvedimento per i dipendenti. Ma non finisce qui: attendo solo che il presidente Crocetta firmi il decreto consequenziale alla messa in liquidazione, e quindi proporrò in I Commissione un disegno di legge specifico per questi lavoratori». I quali, intanto, incassano il colpo (e il severo giudizio di chi non manca di ricordare come siano stati assunti: una sola per concorso e gli altri undici con chiamata diretta in particolari periodi politici. Ma tant’è: ormai sono in servizio, con tutte le aspettative a ciò connesse) e cercano di fare ciò che possono: provare ad alzare la voce e vedere chi li sta a sentire. Una richiesta di incontro urgente è stata trasmessa ieri oltre che al presidente Crocetta anche agli assessori regionali alle Attività Produttive Linda Vancheri e all’Economia Luca Bianchi, al presidente dell’Ars Ardizzone e al prefetto Stefano Trotta. I lavoratori, nell’esprimere «sconcerto e delusione» per la mancata previsione in finanziaria dal loro passaggio alla Resais, denunciano la «palese disparità di trattamento nei confronti della Fiera di Messina e dei suoi 12 dipendenti». «A nulla – scrivono – sono valsi gli atti dell’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, i pareri favorevoli delle Commissioni Lavoro, Affari Istituzionali e Bilancio all’emendamento proposto, nè l’interessamento della deputazione messinese, che in più occasioni si era espressa a favore della positiva risoluzione della vertenza ». I dipendenti affermano di prendere «tristemente atto che anche in questa finanziaria sono prevalsi gli interessi particolari, i bacini elettorali le clientele, la tanto vituperata Tabella H (quella che stanzia 25 milioni di fondi a 137 soggetti in tutta la regione, in larga parte vicini ad un deputato di riferimento, ndc) dove hanno trovato spazio per tutti ma non per chi ha voluto percorrere le strade istituzionali e di dialogo. Facciamo appello al presidente della Regione, nei confronti del quale nutriamo fiducia, di assumere direttamente la responsabilità per trovare una soluzione affinché anche ai dipendenti della Fiera di Messina, oggi ente in liquidazione, sia garantito un futuro occupazionale ».