Il luogo, dal 2007 uno dei più ambiziosi parcheggi del tram, è ormai per lo più ritrovo di coppiette. Eppure ci vuol incoscienza per farne un’alcova in pianta stabile, e non solo per via di qualche figura poco raccomandabile in cui nella semioscurità dietro alla Villa Sabin è piuttosto facile imbattersi. Da due anni, in particolare da quest’inverno, il parcheggio «Annunziata Est», 185 posti per aumentare i quali, nonostante tutto, va avanti un progetto già finanziato, è la frontiera peggiore dell’erosione costiera nel centro della città. Qui il mare dello Stretto, quello che lungo la riviera nord ha fatto danni a Pace e Torre Faro, e a sud attenta alla sicurezza dell’abitato di Galati, sembra non avere più ostacoli nella sua distruttiva erosione delle fondazioni dell’area. Non a caso dopo alcuni crolli del terrapieno sul perimetro esterno, con la riduzione dell’arenile sottostante a un budello, Palazzo Zanca ha provveduto ad interdire la metà del parcheggio, tutta la parte prospiciente al fronte a mare. E anche se nessuno protesta visto lo scarso successo avuto dal parcheggio d’intescambio, sono andati in fumo una novantina di posti. Qualche tempo fa il Consiglio del 5. Quartiere aveva discusso tutto il “da farsi” con alcuni dirigenti tecnici del Comune i quali hanno allargato le braccia. Di progetti di protezione della costa, tanto meno di ripascimento con barriere sommerse, è quasi impossibile parlare, in tempi normali, sul tratto iniziale della riviera nord, alla foce del torrente Annunziata. Occorrerebbe assai più di qualche buon progettista, un ente competente e specializzato, visto che tra zone a protezione speciale e profili di competenza del Demanio regionale, dell’Arpa e dell’Asl, la foce già di per sé inquinata dell’Annunziata pone una miriade di problemi. Non irrisolvibili, certo, ma dimostrati dal fatto che l’erosione minaccia a una cinquantina di metri, nella zona delle Case basse di Paradiso. Insomma servirebbero studi organici, progetti integrati, finanziamenti, anni e anni. C’è però un paradosso. Se sull’erosione dell’Annunziata Est non si può intervenire, è già finanziato con 1 milione e 70.000 euro e – quando conseguirà tutti i pareri – potrà essere appaltato un progetto di sistemazione del tratto finale del torrente, in buona parte attraverso la sua copertura, che farebbe ricavare un’altra sessantina di posti auto e permetterebbe, tra l’altro, alla pista ciclabile S. Agata-Paradiso di arrivare fin dentro la Villa Sabin e da lì trovare un varco per il viale della Libertà in direzione del centro. Si spera che qualcosa possa essere rivisto almeno per provare a impedire, in questa contigua area comunale già destinata alla Tranvia, con le nuove mareggiate, nuovi crolli.