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La Regione chiede
la restituzione di
4,6 milioni all’Aram

Dopo la bufera a livello regionale sul settore della formazione per i mancati pagamenti da parte degli enti ai dipendenti, un altro ciclone torna ad abbattersi. L’assessorato regionale è infatti tornato alla carica nella richiesta, già formulata nei mesi scorsi, di restituzione di somme ad alcuni enti, nell’ambito di una procedura che ha condotto anche alla chiamata in causa per danno erariale di ex assessori al Lavoro (fra cui anche i messinesi Mario Centorrino e Santi Formica) e dirigenti regionali. Per quanto riguarda gli enti, uno di quelli chiamati ad un enorme esborso è l’Aram del consigliere comunale Elio Sauta, cui l’assessorato regionale alla Formazione chiede la restituzione di quasi 4,6 milioni di euro. Si tratta, come spiega lo stesso presidente del consiglio direttivo, di fondi erogati fra il 2007 e il 2010 ai sensi della legge 24/76 ad integrazione dei costi per il personale, e che ora da Palermo sono stati ritenuti non dovuti, con la conseguente revoca dei decreti di assegnazione delle somme, peraltro già percepite. «Abbiamo già formulato le osservazioni richiesteci, e intentato una causa civile», afferma Sauta che rilancia: «Avvieremo anche una causa penale per omissione d’atti d’ufficio e appropriazione indebita». L’ente, che conta 104 dipendenti nelle cinque sedi siciliane (quella di Messina, sulla Circonvallazione nei pressi di Cristo Re è anche sede legale) è stato anche sottoposto alle verifiche condotte nei mesi scorsi dall’ex Ispettorato del lavoro sulla regolarità dei pagamenti ai dipendenti in relazione alle somme erogate dalla Regione sul Prof 2011, il Piano dell’offerta formativa che ha portato ai 34 enti messinesi fondi per 23 milioni. Sotto questo aspetto, l’Aram è risultato in regola, come peraltro altri quindici enti messinesi, a differenza dei 18 che, secondo le verifiche degli uffici, non lo erano: come si ricorderà, si trattava degli enti COO.Tur Società cooperativa di Capo d’Orlando, Afel di Messina, C.U.F.T.I di Taormina, Esfo di Sant’Agata di Militello, Esac di Messina, Euris di Pagliara, Genesi di Messina, Giovanni XIII di Torregrotta, Ismerfo di Messina, Jasna Gora di Caprileone, Studio Milone group di Brolo, Trinacria di Sant’Agata di Militello, Lumen di Messina, Ancol di Barcellona Pozzo di Gotto, Training Service di Barcellona, San Pancrazio- Giardini Naxos, Consorzio Insieme-Messina e Efal-Messina. Tra questi ultimi, comunque, molti hanno avviato i pagamenti ai dipendenti, come accertato dagli uffici diretti dall’ing. Venerando Lo Conti. Per quelli che invece ancora non hanno sanato i debiti partiranno le diffide accertative, mentre l’assessorato procederà all’avvio dell’iter di revoca dell’accreditamento. Intanto, tornando all’Aram, registriamo la testimonianza di alcune ragazze che hanno frequentato il corso biennale per estetiste tenutosi fra il 2010 e il 2012. In particolare, le corsiste sottolineano di attendere ancora la corresponsione della diaria giornaliera, pari a 4 euro ogni sei ore (il corso prevedeva la frequenza giornaliera per sei ore fino ad arrivare alle 900 previste) e, soprattutto, lamentano la mancata organizzazione dell’esame di fine corso, che le avrebbe dotate dell’attestato necessario per accedere in maniera professionale all’ambito lavorativo. «Abbiamo frequentato il corso con grande impegno – affermano – seguendo le dodici materie nonostante le difficoltà organizzative riscontrate per alcune di esse. Avremmo dovuto sostenere l’esame al termine del corso, come hanno fatto in altri enti, ma ora è passato molto tempo e rischiamo di non rendere al meglio sugli argomenti studiati ». «Non abbiamo avuto ancora le somme dalla Regione, quando le avremo verseremo il dovuto» afferma Sauta con riferimento ai rimborsi orari. E anche i ritardi nell’o r g a n i zzazione dell’esame sono addebitati a Palermo: «È l’a s s e s s orato – spiega il presidente – che nomina le commissioni d’esame e non lo ha ancora fatto». Almeno per l’Aram, invece per altri enti c’è stata maggiore celerità.

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