“Giovani aggressori incappucciati”: è il tema più dibattuto del momento in città, almeno tra la popolazione studentesca. Che reagisce alla notizia con un mix di curiosità e inquietudine. Manco a dirlo, ancora una volta i social network rappresentano il motore di tutto. E sono le nuove generazioni ad alimentarlo con discussioni tra il serio e il faceto. L’argomento in questione sta appassionando e tenendo sulle corde centinaia di adolescenti (e non solo), i quali non perdono l’o c c a s i one per commentare, anzi lasciare un “post” nel mondo virtuale. Come spesso accade, però, il confine con la sfera reale è più vicino di quel che si crede. Ed ecco che il chiacchiericcio sugli “incappucciati” si affaccia prepotentemente anche fuori e dentro gli istituti scolastici. Ieri mattina, ad esempio, prima del suono della campanella, molti giovani preferivano confrontarsi su questa strana tendenza anziché rivolgere la loro attenzione all’attività didattica che da lì a poco sarebbe cominciata. Ma i mezzi di comunicazione privilegiati si confermano “Facebook” e “Ask.fm”. Se il primo figura tra gli strumenti più in voga, il secondo sta salendo prepotentemente in cattedra: si tratta di un canale attraverso cui ricevere e porgere domande, previa registrazione. E proprio qui avrebbe preso le mosse la singolare vicenda degli “attacchi” a studenti messinesi. A vestire i panni degli “aguzzini”, stando ai commenti dei cibernauti, sarebbero stati due minorenni. Avrebbero puntato due coetanee: brevissimo il passaggio dagli insulti e dalle minacce alle vie di fatto. Con tanto di volto coperto da cappucci per non rendersi riconoscibili. Nel mirino dei balordi di turno sarebbero finite una studentessa della scuola media Mazzini, picchiata nei pressi di piazza Duomo, e un’a l l i eva del liceo scientifico Seguenza, ferita di striscio con una coltellata proprio sotto casa. Niente di particolarmente preoccupante dal punto di vista delle condizioni di salute, anche se il fenomeno desta allarme sociale da non sottovalutare. Ne sono consapevoli le forze dell’ordine: polizia e carabinieri non hanno avuto finora nel mondo reale gli stessi riscontri presenti su internet. Innanzitutto, dagli ospedali cittadini non sarebbe giunta nessuna segnalazione di ricoveri sospetti o di persone giunte al Pronto soccorso in seguito ad accoltellamenti con modalità simili a quelle descritte. Inoltre, i genitori non avrebbero sporto denuncia. Eppure, Questura e Arma, pur catalogando gli episodi come ragazzate, o tutt’al più come casi di bullismo non nuovi alle nostre latitudini, stanno effettuando accertamenti. Sotto la lente d’ingrandimento i messaggi che da qualche ora campeggiano in apposite sezioni dei social network maggiormente frequentati dai ragazzi. Gli investigatori ne passeranno al setaccio il contenuti, cercando di risalire all’identità degli autori dei “post” ritenuti sconvenienti. I componenti della baby gang, che sembrano studiare i bersagli, scegliendo di colpire quelli più indifesi, avrebbero persino architettato un’ulteriore spedizione punitiva. Il pestaggio, però, è sfumato per ragioni ancora misteriose. Scioccante, infine, l’affermazione di un’adolescente: «Alcuni amici mi hanno raccontato che questi teppisti si scaglieranno in particolar modo contro chi frequenta istituti quali i licei classici Maurolico e La Farina. Non sopportano i cosiddetti “figli di papà”».