Dai rappresentanti degli studenti del Liceo classico La Farina Giuseppe Ialacqua, Francesco Greco, Simone Millimaggi, riceviamo e pubblichiamo: «Gita scolastica senza ritorno verso il classismo. Ciò che abbiamo letto sulla Gazzetta (11/04/13), ovvero le dichiarazioni del preside Zafarana in merito alle gite scolastiche, ci spinge, in qualità di rappresentanti d’istituto del Liceo La Farina, a precisare alcune cose. Nel Consiglio di istituto del 30 gennaio, il primo a cui abbiamo potuto partecipare come nuovi eletti, abbiamo fatto presente come il programma delle gite d’istruzione andasse riguardato per due motivi: prima di tutto perché le classi ginnasiali non volevano partecipare al viaggio di istruzione con quel programma e, secondo, perché non eravamo stati sentiti in merito, infatti la decisione assunta dai consigli di classi è stata a nostro avviso anti-democratica. Avevamo perciò portato una petizione (si parla della quasi totalità delle classi ginnasiali) per accorpare la loro gita a quella delle classi liceali, controfirmata dal comitato studentesco, e che già allora, prima che fosse fatto il bando di gara, segnalava come ci sarebbero stati grossi problemi per l’organizzazione della gita; in quell’occasione avevamo inoltre lanciato l’allarme sul fatto che se avessero proseguito in quella decisione antidemocratica si sarebbero fatti una gita per gli accompagnatori. A tal proposito, citiamo la circolare ministeriale 2 ottobre 1996 n. 623, che dice “È opportuno che le iniziative degli istituti di istruzione secondaria superiore siano programmate consultando anche il comitato studentesco”, tradotto: ricordatevi che la gita è riservata agli studenti. Più tardi, quando il danno era già stato fatto e il prezzo era troppo alto per la gita ginnasiale, abbiamo proposto, visto il dimezzamento della partecipazione (solo 27 studenti!) di pagare con il contributo volontario parte del costo della gita. Ci è stato risposto che la scuola, con un bilancio all’attivo, non voleva sborsare un euro. Il risultato è che molti studenti sono stati privati del viaggio d’istruzione, sottovalutando il fatto che questi viaggi , secondo la circolare, sono volti “alla promozione personale e culturale degli allievi ed alla loro piena integrazione scolastica e sociale”. Perché non è stata ascoltata l’opinione degli studenti? Perché in altre occasioni le richieste degli studenti non sono state prese in considerazione (vedi la mancata autorizzazione per una conferenza da organizzare su MUOS e problemi strutturali delle scuole a Messina)? Non vorremmo che questi comportamenti poco disponibili nei confronti degli studenti cambino quello che rende il La Farina la scuola che noi tutti conosciamo ovvero il suo essere grande famiglia, la forte solidarietà e amicizia che ci lega, i rapporti interpersonali come collante sociale, come struttura efficiente per l’insegnamento, la formazione dell’individuo e per la scuola come istituzione. La scuola italiana, e quella messinese, sta prendendo una brutta piega, sta trasformando “la scuola di massa”, in cui non c’era differenza tra ricco e povero, tra il figlio del medico e il figlio dell’operaio, in una scuola classista, sulla base del denaro. Non ci rassegniamo a tutto questo e crediamo sia necessario che gli studenti diventino sempre più protagonisti per evitare che i loro diritti continuino ad essere calpestati».
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