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Veterinaria, definitive
le pene dell’abbreviato

Quattro condanne, con l’applicazione della sospensione di pena, diventano definitive. Per altre due invece è tutto da rifare con un nuovo processo a Reggio Calabria. È questo il “verdetto” della sesta sezione penale della Cassazione, che s’è occupata del troncone processuale dei giudizi abbreviati per l’inchiesta sui fatti di Veterinaria. I giudici tecnicamente hanno rigettato quattro dei sei ricorsi presentati dal collegio di difesa dopo la sentenza d’appello, mentre per altre due posizioni hanno disposto l’annullamento del pronunciamento di secondo grado con rinvio alla corte d’appello di Reggio Calabria per un nuovo giudizio, probabilmente per una nuova qualificazione della tipologia di reato. Quindi sono divenute definitive le condanne a un anno (pena sospesa) al prof. Raffaele Tommasini, quale consulente legale dell’ateneo peloritano, e ai componenti del consiglio di facoltà di Veterinaria Francesco Naccari, Marisa Masucci e Maria Grazia Pennisi, che anche in appello vennero riconosciuti responsabili di abuso d’ufficio (le votazioni in cdf per assecondare le “pressioni”per il concorso a Veterinaria, da far vincere al figlio dell’allora preside di Veterinaria Battesimo Macrì). Mentre per le altre due condanne legate al caso-Lipin, ovvero un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa), per i ricercatori Mirko Paiardini e Barbara Cervasi, che rispondevano invece di peculato, i giudici hanno “azzerato” tutto. Sulla stessa linea argomentativa si era espresso in Cassazione il procuratore generale, mentre nei vari interventi difensivi gli avvocati Pietro Luccisano, Valter Militi, Giovanni Grasso, Nico D’Asco - la e Massimo Rizzo, avevano sottolineato alcuni passaggi della vicenda. Per esempio il fatto che per la stessa imputazione e gli stessi fatti, ovvero l’abuso d’ufficio per le votazioni in consiglio di facoltà a Veterinaria, i docenti che hanno optato per il giudizio abbreviato sono stati condannati e quelli che sono stati giudicati con il rito ordinario - ma qui siamo ancora al primo grado -, sono stati assolti. La sentenza d’appello per i giudizi abbreviati si ebbe il 3 aprile del 2012. Il collegio presieduto dal giudice Gianclaudio Mango confermò integralmente la sentenza di primo grado del 19 dicembre 2008, del gup Massimiliano Micali. Ma in appello il sostituto Pg Ada Vitanza aveva prospettato per l’accusa un quadro parzialmente differente rispetto al primo grado: se per un verso aveva definito “conclamata” la contestazione dell’abuso d’ufficio per i docenti Tommasini, Naccari, Masucci e Pennisi, per l’altra vicenda, quella dei fondi Lipin, aveva spiegato che a suo avviso invece del peculato era prospettabile l’abuso d'ufficio, e aveva chiesto la riqualificazione del reato in abuso d’ufficio appunto, e una condanna a soli 6 mesi per Paiardini e Cervasi. L’inchiesta sul concorso “pilotato” a Veterinaria (abuso d’ufficio) per favorire il figlio dell’ex preside Battesimo Macrì e sulla gestione dei fondi Lipin (peculato), scaturì dalle clamorose dichiarazioni del prof. Giuseppe Cucinotta, ordinario di Clinica chirurgica e patologia chirurgica della facoltà. Il docente denunciò nel febbraio 2006 pressioni ricevute dal rettore Francesco Tomasello proprio per indirizzare l’esito del concorso, che respinse.

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