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Alle primarie in 6,
più le buste di Crocetta

 Lo ammette anche il coordinatore del Megafono, Giuseppe Ardizzone: «Stiamo facendo ridere l’Italia». E il dramma –tutto loro, sia chiaro – è che non hanno ancora finito. Scaduti i termini per la presentazione delle 450 firme necessarie e delle candidature a sindaco alle primarie del centrosinistra, il presidente Crocetta ne ha inventata un’altra. Udite udite: depositata in extremis alle 20 di ieri, sul tavolo del coordinamento delle primarie, una busta con le firme e tre candidature. Sì, tre! Quella di Giuseppe Ardizzone; la seconda, di Santino Trovato; e la terza, di Enrico Spicuzza. Tutti al telefono alla ricerca di Crocetta, perché scelga il candidato –uno solo...–da inserire nel lotto della coalizione. Ma Crocetta non risponde e il Megafono chiede tempo: stamani alle 10.30 termine ultimo per sciogliere il nodo. Crocetta dovrà decidere chi fra Ardizzone, Trovato e Spicuzza far correre o optare per la totale assenza dalle primarie di un esponente del Megafono. Tanto rumore per nulla, direbbe William Shakespeare. Giornata convulsa quella di ieri. Con voci che si inseguono, nomi gettati nell’arena di una competizione che a questo punto prima si celebra e meglio è per il centrosinistra: l’appuntamento agli 11 gazebo è per domenica prossima. Giusi Furnari, la docente di filosofia su cui Crocetta aveva puntato, bypassando però le primarie, si chiama definitivamente fuori con un comunicato che taglia la testa al toro, ammesso che al toro fosse rimasta, in tal senso, una testa. «Confermo la mia non adesione alle primarie », scrive la Furnari. «Smentisco categoricamente ogni notizia che contrasti con questa decisione e in particolare eventuali voci che affermano una mia iscrizione alle liste delle primarie». Insomma, è mancato solo che scrivesse: “dimenticate il mio numero di telefono”. Megafono alla ricerca di una soluzione partorita in serata. Intanto l’on. Marcello Greco, leader provinciale dei Democratici Riformisti con l’on. Peppe Picciolo, tuonava: «La nostra candidata era la Furnari; le primarie avevamo deciso di non farle; il presidente Crocetta è un attore come Beppe Grillo». Boom! «Noi non ci stiamo a giocare; non escludo di sostenere un altro candidato a sindaco, finanche Renato Accorinti ». Anche Picciolo è amareggiato ma meno furibondo, manifesta vicinanza a Greco ma fa prevalere la prudenza. Dal pastrocchio sta lontana l’Udc, che non ha condiviso la fuga in avanti di Crocetta allorquando candidò la Furnari bocciando le primarie, senza concordare nulla con chicchessia, e a alla quale sta particolarmente a cuore –a sentire D’Alia e Naro – l’unità della coalizione. Non ci saranno centristi alle primarie, libertà di voto e consiglieri di ogni livello liberi di dare una mano a chi vogliono. A meno che Crocetta stamattina non scelga la busta uno-due o tre, come fosse Mike Bongiorno, o se ne inventi un’altra, come Silvan, i candidati alle primarie del centrosinistra sono sei: Giuseppe Grioli, Felice Calabrò, Francesco Palano Quero, tutti del Pdl; “Pucci”Prestipino di CD, Giuseppe Ramires di Sel ed Emilio Fragale, uomo d’area. Nessun socialista ai nastri di partenza, sebbene fossero «state raccolte più di 500 firme». Giuseppe Chiofalo s’è chiamato fuori prendendo le distanze da «uno spettacolo della politica che nulla ha a che vedere con le scelte importanti per far rinascere Messina». Non è in discussione il gioco di squadra. Oggi alle 10.30, nella sala commissioni di Palazzo Zanca, e non nel Salone delle bandiere come invece sarebbe stato più opportuno per la presumibile affluenza di pubblico, ma Croce – come si sa –ha posto il veto a manifestazioni pre-elettorali nella sala di rappresentanza del Comune, conferenza stampa di presentazione di tutti i candidati. Al netto delle bizzarrie di Crocetta, cui non manca la fantasia per nuovi effetti speciali, nel centrosinistra si minimizza la portata dei cortocircuiti di questi giorni: l’importante – sussurranno vecchie lenze della politica – è che reggano gli assi portanti della coalizione. Superato il passaggio ai gazebo, ci sarà tempo e modo per rimettere le cose a posto.

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