Che un’azienda sia allo sbando più totale lo si può capire da tanti fattori. Nel caso dell’Atm il declino è visibile sia negli aspetti contabili e nei rapporti con la proprietà, il Comune, con i bilanci che non quadrano mai e non vengono approvati da dieci anni, i crediti che non vengono riconosciuti e molto altro; sia nelle assurdità che continuano ad avvenire tra le quattro mura della sede di via La Farina. Partiamo da quest’ultimo punto, perché è probabilmente sintomatico di cosa sia diventata, negli anni, l’azienda trasporti di Messina. Ieri mattina arriva la denuncia dell’Orsa: i parabrezza di quattro delle sei vetture del tram in circolazione sono lesionati. Col rischio che il servizio venga interrotto per questioni di sicurezza. Notizia preoccupante, che non è nulla rispetto a quanto replicato e “contro-denunciato” dal direttore generale dell’Atm Claudio Conte: «Premesso che i parabrezza sono solo scheggiati e non c’è alcun pregiudizio alla sicurezza, va detto che l’atto è palesemente doloso. Ma soprattutto, i vetri sono stati rotti tutti e quattro nella parte inferiore e più o meno nello stesso punto. È evidente che il tutto non è successo quando il tram era in linea, altrimenti presumo che qualcuno che se ne sarebbe accorto. Di conseguenza, il fatto è certamente avvenuto all’interno dell’azienda, con finalità che posso soltanto immaginare». Una denuncia choc, che lascia di stucco. «Voglio precisare anche – aggiunge Conte – che condivido in pieno l’operato del direttore di esercizio, che ha preferito indirizzare le poche risorse verso altre priorità, in quanto ad oggi il problema dei parabrezza è solo estetico, al massimo manutentivo, non certamente prioritario». Ma rimane gravissimo il sospetto, che anzi per Conte è una certezza, che qualcuno all’interno dell’Atm abbia deliberatamente deciso di danneggiare le vetture del tram. Perché? Ma soprattutto, cosa diavolo succede in via La Farina? «Sto raccogliendo l’istruttoria per presentare denuncia, ovviamente contro ignoti », conclude Conte. Il vertice “politico” dell’azienda, il commissario straordinario Enrico Spicuzza, ieri mattina era invece a Palazzo Zanca, a discutere in commissione Bilancio, a spiegare lo stato dei conti dell’azienda, soffermandosi in particolare sugli ultimi bilanci dell’Atm. Diventa quasi un dettaglio che i consiglieri della commissione, presieduta da Giuseppe Melazzo, abbiano optato per l’astensione tecnica sui consuntivi 2010 e 2011 e sul previsionale 2012, rinviando ogni decisione alla prossima seduta del consiglio comunale. Il punto è che le diversità di vedute tra controllata e controllante, tra “figlia” e “madre”, tra Atm e Comune, rimangono tutte e sembrano difficilmente sanabili. Il consuntivo 2011 è l’esempio lampante, essendo appesantito dai pareri negativi dei revisori dei conti interni dell’Atm, del dirigente alle Partecipate del Comune Antonino Cama e del ragioniere generale Ferdinando Coglitore. E proprio sui due dirigenti ha puntato il dito Spicuzza: «Il Comune sa bene quali sono i nostri crediti, documentati dalle delibere, ma qualche dirigente comunale sembra ignorarlo». E ancora: «C’è stato uno scarso impegno nell’azione amministrativa ad esaminare atti fondamentali come i bilanci dell’Atm». Spicuzza è stato un libro aperto: «Abbiamo chiesto un contratto di servizio, forse lacunoso, forse superato, ma serviva e serve, si potrà rivedere, correggere, ma serve un contratto di servizio per sbloccare una massa di contributi che non riusciamo ad incassare. I bilanci? Devo dire che condivido pienamente, da commercialista, le osservazioni dei revisori dei conti. Noi stiamo provando a ridurre i costi, a razionalizzare l’utilizzo del personale, stiamo predisponendo un bando per l’acquisto di 50 autobus usati. Abbiamo chiesto di ampliare la Ztl, di aprire le attività dell’azienda all’esterno, come l’officina. Ma è chiara una cosa – ha concluso Spicuzza – se siamo a questo punto le responsabilità non sono solo all’interno dell’azienda. L’Atm è stata abbandonata e in queste condizioni non poteva che produrre perdite ».
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