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Maria Cristina Saija
si presenta

L’emozione dura pochi secondi, poi viene fuori tutta la rabbia, la grinta, la voglia di cambiare davvero Messina. Maria Cristina Saija, candidata a sindaco del Movimento 5 Stelle, si è presentata ieri davanti a cittadini ed attivisti, inaugurando la nuova sede di Largo Martino. Con trasporto e passionalità è partita dalla sua storia personale per raccontare lo spirito che deve animare tutti coloro che la sceglieranno, che voteranno per il movimento di Beppe Grillo, che ne condivideranno lotte ed obiettivi. «La messinesità non è solo del passato, non possiamo continuare a vantarci di cose che non ci sono più», ha detto. «Io sono fiera di essere messinese, non è scontato esserlo specie tra quei giovani nati e cresciuti con la valigia sotto il letto, costretti a dover emigrare per dover cercare un lavoro, un futuro». Destino che è toccato anche a lei: «Non provengo da una famiglia ricca economicamente, ma facoltosa in termini di valori e dignità - ha continuato -. Ho sempre lavorato nell’ambito del turismo, ho visto località brutte che ai nostri occhi sembrano sempre stupende. Eppure Messina è bellissima, colma di ricchezze che non vengono viste e valorizzate». Ma non può bastare il paesaggio, perché una città non è fatta solo di panorami e monumenti ma anche dei cittadini che la vivono. Così si fa spontaneo il ripetuto richiamo ad un cambio di rotta culturale, così come alla necessità di trasformare lo sdegno, la rabbia, la rassegnazione in coraggio. «Avete di fronte a voi dei veri e propri “riesumatori di un cadavere” - ha proseguito Maria Cristina Saija -. Dissesto? Se non è nei numeri è nei fatti, basta vedere come è ridotto il territorio. Siamo consapevoli del lavoro molto duro che dovrà essere fatto nei prossimi mesi, sappiamo che dovremo metterci i guanti e tapparci il naso ma quello che non faremo è smettere di vedere e sentire». La candidata sindaco del M5S ha parlato dei recenti incontri con i precari del Cas e ancora con gli operatori dei servizi sociali: «Un vero caso, che vede i disabili e i nostri anziani abbandonati ». Non manca qualche “staffilata”, una diretta a Francantonio Genovese: «Ci vengono a dire di essere pronti a “ristabilire la normalità”, lo dice chi si è appropriato di cose non sue, chi ha privatizzato la rada San Francesco». Nella sala gremita piovono gli applausi. Copione analogo a quando la Saija parla dei metodi pre-candidature: «Per quanto riguarda la designazione del candidato sindaco abbiamo scelto la strada delle “parlamentarie”interne, perché volevamo fosse un rappresentante di quegli attivisti che in questi anni si sono impegnati senza sosta per il Movimento. Per quanto riguarda gli aspiranti consiglieri comunali e di quartiere, invece, prosegue la valutazione dei curriculum presentati. L’analisi sarà attenta perché vogliamo che i prescelti condividano a pieno il nostro modo di agire, per non trovarci poi davanti a certe situazioni. L’ultimo esempio è quello di Tommaso Currò». Accanto alla Saija c’è Giuseppe Manfredi, il secondo più votato: «Vicesindaco? Il mio impegno, come quello degli altri attivisti, proseguirà come se fossi io il candidato. Alla gente dico non votate chi promette ma chi può essere grado di rappresentarvi». Accanto alle persone un programma di nove punti, una “Carta di Messina” che raccoglie principi e valori: pubblicità dei servizi, difesa dell’ambiente e della salute, diritto all’uguaglianza, alla cultura, alla parola, alla legalità, alla democrazia e allo sport. Alla Saija arriva l’augurio, con un video, dai deputati dall’Ars “capitanati” da Valentina Zafarana. Un’altra protagonista di quel percorso ricordato dal membro più anziano del Movimento, Francesco Longo, presente dall’8 settembre 2007, quando il meet-up locale si attivò per il primo V-day. A seguire tante battaglie, anche per la città, come quelle condotte da “Energia Messinese”: «Lo spirito non è cambiato, miriamo a migliorare noi stessi e dopo ciò che ci circonda per una vera rivoluzione culturale». Da attuare subito, come ha ribadito la Saija: «Non fatevi scappare questo treno, non perché ci sono io ma perché potete scegliere un metodo alternativo. Noi ce la metteremo tutta, vogliamo smettere di camminare con la testa calata, vogliamo guardare il sole, ilmare, il cielo e soprattutto le stelle ». Cinque stelle.

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