Il primo botta e risposta tra il ragioniere generale del Comune, Ferdinando Coglitore, e ad alcune società di navigazione aveva lasciato presagire che i rapporti lungo l’asse Palazzo Zanca-compagnie di traghettamento si fossero incrinati. «Le società non versano puntualmente gli incassi dell’eco - pass», aveva attaccato Coglitore. «Siamo in regola», aveva chiarito il direttore generale di Caronte& Tourist Calogero Famiani. Ma lo “scontro” non si è certo concluso con questo chiarimento. Anzi, ci sono carte ufficiali di Palazzo Zanca che certificano un vero e proprio corto circuito che vede protagonista il ticket d’attraversamento dello Stretto, introdotto nell’estate 2010 dall’ex sindaco Buzzanca coi poteri speciali dell’emergenza traffico. Ad aprire un nuovo capitolo è stata la verifica effettuata dalla Ragioneria generale dello Stato sui numeri della contabilità speciale legata, proprio, all’ufficio commissariale per l’emergenza traffico. I funzionari hanno chiesto tutte le carte ed in particolare i provvedimenti e gli atti relativi all’ecopass. La prima contestazione sollevata dagli “emissari” della Ragioneria generale dello Stato ha riguardato il mancato rispetto di quanto previsto dall’Ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri 3633 del 2007, quella che istituì, appunto, i poteri speciali. All’articolo 3, in particolare, l’Op - cm prevedeva che «per l’utilizzo delle risorse è autorizzata l’aper - tura di apposita contabilità intestata al commissario delegato». Al tempo stesso i funzionari hanno chiesto che venissero integrati i rendiconti degli anni 2010 e 2011 sia con le somme legate ai mutui accesi per la realizzazione dello svincolo di Giostra sia con i proventi, appunto, dell’ecopass, comprese le spese sostenute per i vari interventi legati sempre all’emergenza traffico. Agli uffici di Palazzo Zanca è stato chiesto anche il rendiconto per l’anno 2012. A mettersi in moto è stata l’area economico-finanziaria del Comune, di cui è dirigente il ragioniere generale Ferdinando Coglitore, insieme al direttore di sezione, Giorgio Palma. Quando quest’ultimo si è ritrovato a dover formulare i conti giudiziali degli incassi dell’ecopass, ad ispezione in corso, «è emerso che le società di navigazione non avevano mai rendicontato in modo esaustivo gli incassi, così come previsto nei protocolli d’intesa». A quel punto il commissario Croce è intervenuto in prima persona scrivendo alle società, sia a gennaio che, con un sollecito, a febbraio. Nessuna risposta, è toccato al segretario generale Santi Alligo inviare una nuova nota, a fine febbraio, alle compagnie private, e un ulteriore sollecito a metà marzo. Sia Coglitore che Palma hanno dovuto allargare le braccia e il 21 febbraio hanno scritto a Croce che «senza una completa ed esaustiva rendicontazione degli incassi ecopass da parte delle società di navigazione, comprendenti tra l’altro le somme rimaste da versare alla fine delle gestioni di riferimento, non si possono redigere i rendiconti e i conti giudiziali in tutte le loro parti». Il direttore di sezione ed il ragioniere generale hanno parlato esplicitamente di «inadempienza» da parte delle società di navigazione. E pochi giorni fa sono tornati sull’argomento, ribadendo «il perdurare dell’inadempienza» e «l’urgente e assoluta esigenza di acquisire la rendicontazione». Il Comune è in attesa. Ma il corto circuito appare evidente.