«È necessario trovare una sintesi perché le primarie, questo tipo di primarie, non ci convincono. Vince chi controlla le tessere e i movimenti, come il nostro, partono troppo svantaggiati». Ad avvelenare l’aria profumata di una delle prime giornate di primavera in riva allo Stretto ci pensa il governatore Rosario Crocetta. A Messina per partecipare ai funerali di Totò D’Alia, il presidente della Regione, sgancia la sua granata da incursore proprio nella terra del “nemico” (a questo punto è palese) Francantonio Genovese, il leader del Partito democratico che nei giorni scorsi aveva escluso la possibilità di far saltare le primarie del 14 aprile. Il centrosinistra va dunque in frantumi, altro che sintesi. Crocetta col suo Megafono, il cui percorso è sposato anche dal gruppo dei DR dei due deputati regionali Beppe Picciolo e Marcello Greco, presenterà alle prossime elezioni, senza passare dalle primarie, la professoressa Giusi Furnari, «una figura di spessore –tuona il governatore – che ha il sostegno pieno della società civile. Un persona limpida, onesta e preparata che vincerà le elezioni, perché i messinesi sanno scegliere. È caparbia, ha le idee chiare, è il miglior candidato possibile, non capisco perché il Pd stia ancora tergiversando su delle primarie che non rispettano la società civile». E dietro l’angolo c’è anche il via libera dell’Udc che è pronto a convergere sulla candidatura della docente di Filosofia. È questo l’epilogo della giornata trascorsa in riva allo Stretto dal presidente Crocetta che ha prima pranzato proprio con la Furnari (presente anche la prof. Lucia Tarro Celi) alla “Dolce Vita” di piazza Duomo, intrattenendosi con la “prescelta” davanti a un piatto di alalunga alla siciliana, e poi nel pomeriggio ha incontrato il gruppo locale assieme a Picciolo e Greco. Il dado è tratto e adesso il cerino resta nelle mani di Genovese. E dell’accordo regionale di cui aveva parlato proprio il deputato nazionale del Pd? «Non c’era alcun accordo sulle primarie – con - tinua con le marce alte Crocetta – al tavolo regionale si è parlato soltanto di trovare una sintesi. Nel caso in cui questa non sarebbe stata trovata, allora lo sbocco erano le primarie. Ma mi risulta che a Messina ci siano candidati alle primarie già in campagna elettorale da mesi. E questa fuga in avanti non ci può andare bene. I movimenti partirebbero svantaggiati, perché i partiti controllano le tessere, e invece la storia dimostra che i movimenti alla fine vincono le elezioni».
L'articolo completo di Mauro Cucè lo trovate sul nostro giornale
Caricamento commenti
Commenta la notizia