Non ci saranno proroghe, ma i servizi sociali sospesi nei giorni scorsi saranno riattivati tra una settimana. Lo si farà ricorrendo alla trattativa privata per il singolo servizio. Dei bandi se ne riparlerà più avanti, forse con la nuova Amministrazione. È l’epilogo di una giornata convulsa, durante la quale non sono mancati i momenti di forte tensione nel corso del sit-in dei lavoratori a Palazzo Zanca. E a dire il vero per tutta la giornata molta è stata la confusione sull’iter da seguire. Ma alla fine la decisione è stata presa durante un incontro serale tra il commissario Croce e i funzionari del dipartimento: niente proroghe per l’assistenza domiciliare agli anziani, per i centri di aggregazione giovanile e per l’assistenza domiciliare alle famiglie dei portatori di handicap (non si possono fare perché il servizio è stato di fatto sospeso). Si andrà alla trattativa privata (iter già seguito per il trasporto meno di un mese fa) per la quale serviranno 7-8 giorni (tagli non superiori al 10%). A quel punto le nuove cooperative subentreranno nel servizio per uno, due o tre mesi a seconda dell’importo, assorbendo il personale. Messa da parte, almeno per il momento, l’idea dei bandi “a prestazioni” che avrebbero comportato un taglio del 30-40% del personale. Per quanto riguarda i servizi che scadranno il prossimo mese si dovrebbe procedere regolarmente alla proroga. Ieri mattina non erano mancati i momenti di tensione, con i lavoratori – accompagnati dalla segretaria della Fp Cgil, Clara Crocè e da Michele Barresi dell’Orsa – esasperati per l’incertezza sul futuro e per gli stipendi che mancano da mesi (alcuni lavoratori devono percepire ancora ottobre), versante – quest’ultimo – su cui adesso si sposterà la battaglia dei sindacati. Stamani nuovo sit-in dei lavoratori che aspettano l’ufficializzazione delle decisioni prese ieri. Soddisfazione della Crocè: «Aspettiamo che ci venga comunicato dal commissario, ma il fatto di aver salvaguardato i livelli occupazionali ci soddisfa. Adesso vogliamo vedere cosa prevedono le trattative private e soprattutto lavorare per far arrivare ai lavoratori quegli stipendi che aspettano da tempo. Così non si può più andare avanti, è un dramma quotidiano». Sulla stessa lunghezza d’onda l’Orsa: «Il passo indietro del commissario che ha dovuto cedere alle proteste dei lavoratori – si legge nella nota –è un atto dovuto verso una città che non può permettersi ulteriori tagli che hanno di fatto penalizzato le fasce più deboli. Come Orsa chiediamo da subito l’avvio del confronto tra le parti affinché cambi il sistema e non si ripetano queste scene». Un tavolo di confronto viene chiesto anche dalla Cisl e dalla Uil con tutte le parti sociali in modo da dare garanzia ai lavoratori, migliore assistenza all’utenza e migliore organizzazione del sistema dei servizi sociali. Un appello alla responsabilità era arrivato in mattinata da cinque consiglieri comunali sull’asse Pd-Udc (Giorgio Caprì, Felice Calabrò, Nicola Cucinotta, Enzo Messina e Santino Culletta) che avevano bocciato i bandi a prestazione: «L’emergenza in cui operiamo che richiede uno sforzo di responsabilità e di buon senso da parte di tutti, al fine di garantire gli utenti – rammentiamo bisognosi e soggetti deboli – e i lavoratori. Infatti, è evidente che una scelta di politica sociale come il ricorso a bandi a prestazione, peraltro in un momento così delicato per la nostra città, spetta alla futura, ormai prossima, amministrazione comunale, legittimata dai cittadini elettori. Chiediamo al commissario di tornare senza indugio sui propri passi, al fine di garantire serenità agli utenti ed ai lavoratori, nonché alle famiglie degli stessi». No ai tagli ai servizi sociali anche dal consigliere Paolo Saglimbeni
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