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Servizi sociali,
così è un gioco
al massacro

La rabbia del dirigente ai Servizi sociali, Salvatore De Francesco, esplode quando sono da poco passate le nove di sera, al culmine di una giornata vissuta sotto pressione e che non ha portato neanche i frutti sperati. «Io e il mio ufficio abbiamo lavorato per due mesi alla predisposizione dei bandi per le nuove gare – evidenzia De Francesco – avevamo preso un impegno preciso: consegnare tutti i documenti entro mercoledì. Ce l’abbiamo fatta anche con un giorno di anticipo e invece ieri mattina il commissario Croce ci ha comunicato che li dobbiamo rifare perché adesso hanno deciso di prevedere bandi a prestazioni. Significa ricominciare tutto daccapo, ma vi rendete conto? Il mio ufficio è da mesi sotto pressione e io, se forse qualcuno lo ha dimenticato, reggo altri quattro dipartimenti, tra cui sport e scuole». Un gioco al massacro che pagano in prima persona gli utenti e i lavoratori dei servizi sociali, che da venerdì scorso hanno dovuto assistere alla sospensione dell’assistenza domiciliare agli anziani, dei centri di aggregazione giovanile e dell’assistenza domiciliare alle famiglie dei portatori di handicap. Una vergogna, non ci sono altre parole. Anche perché a questo punto è difficile prevedere se e quando sarà firmata la nuova proroga, con la conseguente ripresa dei servizi, ammesso che si possa fare. Chi pensa agli utenti e al dramma che stanno vivendo? De Francesco allarga le braccia. Da oggi avrà una nuova missione: i bandi a prestazione. Che in sostanza hanno fatto saltare dalla sedia i sindacati a cominciare dalla segretaria della Fp Cgil, Clara Crocè, da tempo al fianco dei lavoratori anche nei momenti più difficili. «È una follia – tuona –, i bandi a prestazioni prevedono un taglio del personale del 40% per quanto riguarda l’assistenza agli anziani e ai disabili oltre alla non applicazione del contratto di lavoro. Così si mette in ginocchio un intero settore e le conseguenze saranno gravissime. Ci rendiamo conto che per fronteggiare il riequilibrio sono necessari dei tagli, ma del 10% non certo del 40%. E comunque potevano essere tranquillamente effettuati agendo sulle sostituzioni, non avrebbe pagato nessuno. Così non si può e per questo da domani mattina (oggi per chi legge, ndc) saremo in presidio a Palazzo Zanca con tutti i lavoratori ». La Crocè risponde anche alle dichiarazioni dei vertici del Popolo della libertà che lunedì avevano bollato come demagogica la proposta di gestione diretta. «Vorrei ricordare – affonda il colpo – che i vertici di questa pseudo coalizione hanno governato questa città per diversi anni lasciando macerie, disperazione e debiti. Farebbero bene a stare zitti e a non occuparsi di servizi sociali – continua la Crocè – I lavoratori ricordano ancore con terrore l’ex sindaco (con delega ai servizi sociali), l’assessore Aliberti e l’assessore con poche deleghe Dario Caroniti. Comprendiamo la difficoltà di alcuni politici ad accettare forme di internalizzazione dei servizi sociali, potrebbero risolvere i loro conflitti di interesse e i problemi con i loro feudi». E stamani sarà ancora protesta, col rischio serio che la tensione salga con il passare delle ore.

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