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Poliziotto messinese
suicida con un
colpo al cuore

alfredo modica

Si è chiuso in ufficio, si è seduto al suo posto di sempre, alla scrivania, e con la pistola d’ordinanza si è sparato un colpo al cuore. Così ieri, poco prima delle 14, si è tolto la vita l’ispettore della Polizia di Stato, Alfredo Modica, 48 anni, originario di Messina ma da anni residente a Locri, dove aveva sposato una nota professionista. L’ispettore Modica, padre di due figli piccoli (5 e 3 anni), si è suicidato all’interno degli uffici della Polizia giudiziaria della Procura dove prestava servizio, a pochi passi dal tribunale. Udendo lo sparo un carabiniere che si trovava nell’ufficio accanto è intervenuto, ma non è riuscito a entrare. Constatato che la porta era chiusa dall’interno, il militare si è visto costretto a passare attraverso il balcone. Quando è entrato nell’ufficio, l’ispettore Modica era già morto. Il colpo di pistola sparato quasi a bruciapelo gli aveva infatti lacerato gran parte del muscolo cardiaco, causandone l’immediato decesso. Sulla sua scrivania, prima di compiere l’insano gesto, Modica ha lasciato una lettera d’addio, chiedendo scusa ai familiari ma pure ai parenti, ai colleghi e agli amici per la decisione di farla finita. Era molto conosciuto e stimato, non solo negli ambienti delle forze dell’ordine e giudiziari. Il suo suicidio ha creato sgomento e incredulità a Locri e nella vicina Siderno. Sempre impeccabile e professionale nel lavoro, l’ispettore in passato aveva anche fatto parte del servizio di scorta dell’ex presidente del Tribunale, Domenico Ielasi. L’unica ipotesi, ovviamente tutta da verificare, fatta trapelare sulle ragioni del suicidio ricondurrebbe a presunti motivi di salute: Modica, tra l’altro, aveva recentemente perso il padre, stroncato da un tumore. Sul suicidio, indagano gli agenti del Commissariato di Siderno, coordinati dalla Procura di Locri.

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