Che non scorresse buon sangue tra il commissario del Comune Luigi Croce ed il ragioniere generale di Palazzo Zanca, Ferdinando Coglitore, si era intuito da tempo. Un rapporto reso ancora più teso, se possibile, dallo scarso “feeling” – è un eufemismo – tra lo stesso Coglitore ed il pool di esperti di Croce guidato da Antonino Dalmazio. Adesso, però, si è arrivati ai ferri corti. Col commissario che ha di fatto “sfiduciato” il capo dell’area economico-finanziaria del Comune. L’atto di “sfiducia” è una determina firmata da Croce nei giorni scorsi che conferma quanto deciso già il 2 ottobre, quando «sono stati bloccati con decorrenza immediata tutti i mandati di pagamento non riguardanti i servizi essenziali o comunque che non determinino danni erariali per il Comune». Col nuovo atto Croce non solo ha confermato quanto deciso cinque mesi fa, ma ha esteso «l’obbligo di preventiva informativa alla struttura commissariale anche degli impegni di spesa», dando mandato a Coglitore «di trasmettere distinta analitica dei mandati emessi e trasmessi in tesoreria dal 1. gennaio 2013 alla data odierna e distinta dei mandati emessi e non trasmessi alla data odierna». In altre parole, l’input di Croce è chiaro: nessun euro potrà essere speso dal Comune se non prima avallato dal commissario. Senza alcuna autonomia per il massimo responsabile dei conti del Comune, il ragioniere generale. Perché questa dura presa di posizione? Croce ha ricordato che con quella determina di ottobre «si disponeva che ogni pagamento dovesse essere preventivamente sottoposto all’attenzione del commissario straordinario», determina che «non è stata mai revocata» e che, soprattutto, «non risulta essere stata correttamente rispettata», in quanto, scrive Croce, «ad oggi sono stati eseguiti pagamenti per oltre 40 milioni di euro facendo ricorso all’anticipazione di tesoreria, senza preventiva informativa al commissario straordinario ». Coglitore non l’ha presa benissimo, tutt’altro. E con una nota ha risposto a Croce, premettendo tutto di non essere «d’accordo con quanto asserito» a proposito del mancato rispetto delle disposizioni impartite a ottobre. «Il sottoscritto – spiega Coglitore – sino al 31 dicembre 2012 ha informato con periodicità giornaliera il commissario sui pagamenti da effettuare, data la carenza di liquidità. Dal primo gennaio del corrente anno, con il ripristino dell’anticipazione di tesoreria, sono state sbloccate molte liquidazioni dell’ultimo trimestre 2012», passaggio, questo, che il ragioniere generale specifica essere stato «concordato » con Croce. «Faccio anche rilevare – continua – che i mandati emessi non possono essere bloccati, piuttosto bisogna fare in modo che le liquidazioni non pervengano direttamente all’area economico-finanziaria. Sarebbe opportuno e auspicabile che gli atti di liquidazione venissero acquisiti e valutati direttamente dalla struttura commissariale, prima di essere trasmessi all’area economico-finanziaria, così come avviene per i provvedimenti che impegnano spese». Per quanto riguarda gli oltre 40 milioni spesi, Coglitore parla di «dato errato», in quanto «l’anticipazione di tesoreria utilizzata alla data della determina è di 20,3 milioni, a cui vanno aggiunti 4,5 milioni risultanti alla chiusura dell’esercizio 2012». Una situazione di cui il commissario «è stato periodicamente informato ». E ancora: i mandati di pagamento emessi e trasmessi alla tesoreria comunale dal 1. gennaio al 14 marzo ammontano ad un totale di 63,9 milioni di euro, quelli emessi e non trasmessi toccano quota 2,6 milioni». Tutto risolto? Macché. Il gelo tra la struttura commissariale e la ragioneria generale ormai è totale e non si intravedono segnali di apertura. Del resto già nei mesi scorsi non erano mancati attriti. Non si può non ricordare, ad esempio, la circostanza in cui il commissario Croce, non soddisfatto della prima bozza del bilancio di previsione 2012 (ricordiamo le “calde” giornate di fine dicembre), la rispedì al mittente. Un bilancio predisposto tre volte da Coglitore e dal dirigente Giovanni Di Leo, l’ultima in tempi record per far sì che il consiglio comunale approvasse l’atto contabile entro la fine dell’anno (il sì definitivo giunse poco prima delle 20 del 31 dicembre). In questa fase delicatissima per le sorti del Comune (il ministero dell’Interno attende una risposta alla richiesta di chiarimenti sul piano di riequilibrio finanziario), si innesca anche la “vacatio” determinatasi nel collegio dei revisori dei conti dopo le dimissioni di uno dei tre componenti, Domenico Maesano. Come se non bastasse, nei giorni scorsi il vicepresidente del consiglio comunale Pippo Trischitta, in questo caso nelle vesti di avvocato, ha notificato il ricorso in appello presentato al Cga di Palermo da parte di Arturo Faraone, che chiede l’annullamento dell’elezione di Dario Zaccone quale presidente del collegio dei revisori per presunte incompatibilità con altri incarichi ricoperti dallo stesso Zaccone con MessinAmbiente e Feluca (il primo ricorso al Tar era stato respinto). Intanto, a proposito di spese, quasi 10 mila euro sono stati pagati, dopo il nulla osta proprio del commissario, per il pagamento degli straordinari relativi al periodo ottobre-dicembre del personale dell’ufficio di gabinetto. E qualcuno mormora a Palazzo Zanca: «Ma non erano stati sospesi tutti gli straordinari?».