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Nuova richiesta
di archiviazione

Un anno dopo arriva una nuova richiesta di archiviazione da parte della procura nell’inchiesta sulla costruzione degli svincoli di Giostra ed Annunziata ed in particolare sul contenzioso tra l’impresa Torno, capofila, oggi fallita, ed il Comune. Un nodo da sciogliere non di poco conto visto  che la ditta  vorrebbe da Palazzo Zanca un risarcimento di 52 milioni di euro in relazione ai lavori del III lotto.

Per questa interminabile vicenda ci sono quattro indagati per truffa in concorso. Si tratta di  tre dirigenti della Torno, Enrico Mazzucchelli, Massimo Sergio Del Lago e Rosa Maria Campitelli, ed il curatore fallimentare dell’impresa all’epoca subappaltante, la Gitto, Lidia Di Blasi.

Adesso toccherà al gip Maria Teresa Arena decidere su questa nuova richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Fabrizio Monaco. Era stato lo stesso magistrato ad aprire l’inchiesta dopo la denuncia presentata in procura dall’ex sindaco Giuseppe Buzzanca che denunciò l’illecita aggiudicazione dell’appalto», o anche  «condotte fraudolente», e  «un tentativo di truffa aggravata ai danni del Comune di Messina».  Dopo una serie di accertamenti però il Pm aveva chiesto la prima archiviazione per tutti e quattro gli indagati. Non vi erano elementi per sostenere che gli indagati fossero consapevoli della illecita aggiudicazione dell’appalto e stessero  utilizzando un contratto provento di delitto Il gip Arena, visionati gli atti, ha chiesto un approfondimento d’indagine respingendo la richiesta e restituendo il fascicolo al magistrato.  Ma le nuove indagini sui punti indicati dal gip non hanno modificato il quadro ed ora il PM Monaco ha nuovamente avanzato richiesta d’archiviazione.

C’è da dire che sulle procedure amministrative contabile dell’appalto per la realizzazione dello svincolo di Giostra-Annunziata già alla fine degli anni 90  il sostituto procuratore della Dda di Messina Ezio Arcadi aprì un’inchiesta che vide indagate 27 persone  tra amministratori pubblici, imprenditori, funzionari comunali e liberi professionisti. In udienza preliminare però furono tutti prosciolti perché  il fatto non sussiste.

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