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Un gesto estremo
che ha colto
tutti di sorpresa

Il gesto dell’imprenditore messinese che ha deciso di chiudere anzitempo la parentesi della sua vita ha lasciato il segno. V.A., 45 anni, era molto conosciuto in città, soprattutto per l’attività che gestiva. In quella pizzeria del centro, dove ieri campeggiava il triste annuncio della sua scomparsa, dispensava sorrisi e strette di mano. Anche per questo era ben voluto. Domenica, giorno della sciagura, l’esercizio commerciale è rimasto sbarrato. Come ieri. Sulla saracinesca affisso un foglio di carta con un messaggio eloquente: «Chiuso per lutto famigliare ». Profondamente scossi, oltre ai parenti, i titolari dei negozi vicini: «Era una bravissima persona. Non potevo mai immaginare che finisse così», sussurrava ieri un signore. «Cos’è successo? », si chiedeva una studentessa. «Si è buttato giù da un viadotto», la risposta di chi già domenica era al corrente dell’accaduto. Ma se sulla dinamica i dubbi sono pochi, è giallo sui reali motivi che hanno spinto il commerciante a togliersi la vita. La polizia, che sta cercando di ricostruire nei dettagli questa triste storia, pare non abbia trovato nessun biglietto o lettera. Qualche indizio in più potrebbe emergere dalle testimonianze dei parenti. Ancora da chiarire di che natura fossero le difficoltà così grandi da portarlo a lanciarsi dal viadotto Ritiro. Pare che l’uomo, nell’ultimo periodo, fosse attanagliato da problemi (forse economici) che lo assillavano. Il suo corpo, sfracellatosi nell’impatto col suolo, dopo un volo di oltre 50 metri, fino a ieri sera si trovava all’obitorio del Policlinico, in attesa di eventuali decisioni della magistratura. Secondo una prima ricostruzione della polizia stradale, V.A. è uscito dalla sua abitazione domenica mattina. A bordo del suo scooter ha imboccato la Tangenziale, in direzione Palermo. All’altezza del viadotto ritiro, è sceso dal mezzo a due ruote, ha compiuto pochi metri a piedi è si è buttato giù. Il cadavere è stato ritrovato poco dopo dagli agenti, dopo la segnalazione di alcuni automobilisti insospettiti dalla presenza del ciclomotore ai margini della carreggiata. Sulla tragedia prende posizione l’associazione Messina Futura, attraverso il suo presidente, l’avvocato Sergio Calderone: «Da troppo tempo si assiste inerti, sia da parte delle istituzioni che da parte della maggioranza (silenziosa) dei cittadini, a questo lungo elenco di suicidi da parte di imprenditori, per lo più titolari di piccole aziende», che «decidono di mettere la parola fine non alla sopravvivenza delle loro aziende ma alla loro stessa esistenza ».   

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