Non un caso di “mucca pazza”, ma uno più “normale” di malattia di Creutzfeldt- Jakob (MCJ). Questa l’ipotesi di partenza per spiegare la morte di una sessantenne residente in provincia di Messina avvenuta la scorsa settimana all’hospice allestito dall’Asp all’ospedale Papardo di Messina. La donna era stata ricoverata per un mese, da metà ottobre a metà novembre del 2012, nel reparto di neurologia del Policlinico universitario messinese diretto dal prof. Giuseppe Vita, manifestando appunto i sintomi neurologici tipici della grave malattia degenerativa, che conduce ad una demenza progressiva fatale. Le analisi effettuate sul liquor cerebrale, come spiegano i sanitari, avrebbero però rivelato la presenza – confermata dai rilievi eseguiti da un centro specializzato di Bologna – del morbo nella sua tipologia umana, e non nella modalità causata dalla encefalopatia spongiforme bovina, malattia degli animali che può causare nell’uomo una ancor più rara variante della già rara malattia di Creutzfeldt-Jakob, che però non c’entra nulla con il consumo di carne bovina. La donna si trovava ricoverata da più di tre mesi all’hospice, diretto dalla dott. Patrizia Giardina, in stato di coma vegetativo con una diagnosi di terminalità, respirando autonomamente ma venendo assistita per l’alimentazione e l’idratazione. Per una maggiore sicurezza, data la delicatezza della materia, è stato attivato il preciso protocollo legale, con denuncia all’Asp e all’Istituto superiore di sanità che ha imposto l’esecuzione di un esame autoptico a poche ore dal decesso all’Istituto zooprofilattico di Ragusa, dove in particolare si procederà all’esame dei tessuti cerebrali, per avere la definitiva conferma (ottenibile in questi casi solo post mortem) della diagnosi di MCJ.
Caricamento commenti
Commenta la notizia