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Caso Bruzzano,chiesti
8 rinvii a giudizio

Sono otto le richieste di rinvio a giudizio per la clamorosa inchiesta nella quale è rimasto coinvolto Aldo Bruzzano, ex responsabile della sezione ambientale della Polizia Municipale. Bruzzano era stato arrestato nell’ottobre scorso dai Carabinieri  per ricettazione in concorso, peculato, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.

I sostituti procuratori Adriana Sciglio e Diego Capece Minutolo hanno chiesto che vengano processati oltre a Bruzzano, gli amministratori della Carpe Diem, società di compravendita di oro, Giuseppe Bruzzano, figlio dell’ex Commissario Capo, e Rosa Forte, Daniela Irrera, dipendente della stessa società; i vigili urbani Sebastiana Reina e Rosalba Ragazzi agenti in servizio alla sezione Tutela del territorio; il proprietario di un appartamento, Vito Cavallo e la stessa società “Carpe Diem srl”. Le accuse, a vario titolo, per gli altri indagati sono ricettazione, peculato, falso, omessa denuncia del pubblico ufficiale, abuso d’ufficio, soppressione o occultamento di atti, rifiuto di atti d’ufficio. La Procura ha chiesto invece l’archiviazione per un terzo Vigile Urbano, Giacomo Visalli. Quest’ultimo era stato indagato per l’utilizzo improprio dell’auto di servizio ma dalle indagini è emerso che Visalli qualche volta si era limitato a prelevare dall’autorimessa l’autovettura che poi veniva utilizzata dai colleghi del suo ufficio. I Carabinieri avrebbero invece accertato le responsabilità di Aldo Bruzzano che avrebbe utilizzato più volte a fini personali l’auto di servizio  della sezione Tutela del Territorio. Inoltre, sempre secondo l’accusa, avrebbe chiuso un occhio su qualche abuso edilizio sul quale era stato chiamato ad indagare.  In particolare, in una relazione di servizio, relativa ad un sopralluogo, il commissario capo avrebbe attestato l’avvenuta sanatoria ed omesso di segnalare le successive modifiche apportate all’immobile. Bruzzano è accusato anche di ricettazione poiché  in quanto socio ed amministratore occulto della società Carpe Diem, avrebbe acquistato oggetti preziosi, probabilmente provento di furti e rapine.  Nei giorni scorsi la Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare che disponeva i domiciliari nei confronti del comandante Bruzzano che era stato arrestato il 19 ottobre scorso.  

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