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Aula intitolata
al magistrato
Maria Angela Nastasi

aula nastasi

Quanta gente c’era ieri mattina a Palazzo di Giustizia, in quell’aula del piano seminterrato, dove ogni giorno ci passano frettolosamente gli “attori” della legge e i carcerati. E quanta gente è rimasta fuori, in quel corridoio buio e basso, ad ascoltare in silenzio le parole del ricordo. Erano ben oltre duecento persone, assiepate all’inverosimile, giovani e anziani, magistrati e avvocati, cancellieri e studenti, ragazzi e ragazze. E da mezzogiorno e mezza di ieri, non è affatto un caso che la cerimonia sia avvenuta nel giorno della Festa della Donna, una scelta precisa, quell’aula invece di una banale lettera d’alfabeto tra tante anonime stanze, avrà un nome e cognome impresso a futura memoria, quello del magistrato Maria Angela Nastasi, che pochi mesi fa è andata via dopo aver lottato col sorriso sulle labbra per una malattia che l’ha aggredita senza lasciarle tregua. In prima fila, ieri mattina, a seguire tutto, c’erano i suoi genitori, il marito, i figli, i parenti, gli amici più cari e, quando è stata scoperta la targa d’intitolazione, nel corridoio, il lungo caldo interminabile applauso stentava a troncarsi. Ecco, la cifra del sorriso innanzitutto, della «serenità e della letizia » che emanava Maria Angela Nastasi, in servizio a lungo all’Ufficio gip, che ha firmato molte inchieste importati con il suo lavoro quotidiano, è stato il filo conduttore di tutta la cerimonia, un sorriso inevitabilmente mescolato alla tristezza del momento nei vari interventi che si sono succeduti, con la voce un po’ roca per la commozione e gli occhi improvvisamente lucidi di lacrime nel ricordo di un magistrato «che aveva scelto di farlo non per mestiere ma per vocazione, e che continua ad abitare qui», come ha detto il presidente della Corte d’appello Nicolò Fazio. «Come dice il poeta Pessoa - ha poi concluso Fazio -, la morte è una curva della vita e noi sentiamo ancora i tuoi passi, Mariangela ». Altrettanto venate di affetto le parole che si sono succedute, quelle del procuratore capo Guido Lo Forte, del vice presidente dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Ciraolo, del sostituto procuratore generale Melchiorre Briguglio, del presidente vicario del Tribunale Marina Moleti, parole tese a mettere in luce le grandi qualità umane di Maria Angela Nastasi, che proprio in quell’aula, per tante volte ha celebrato le udienze preliminari trovando il tempo di dare ascolto a tutti senza trascurare nessuno, dal più bieco dei criminali al più giovane degli avvocati. Prima di chiudere Letizia Puglisi, che rappresentava l’associazione “Il Bucaneve”, impegnata ormai da anni con grande coraggio e amore a sostenere i bimbi malati e le loro famiglie durante i tristi ricoveri ospedalieri, ha ringraziato tutti per la donazione che nel nome di Maria Angela Nastasi in questi mesi è stata aperta da magistrati, avvocati e personale amministrativo. Senza nomi e senza sigle, solo per donare. E ancora continua. Adesso, sulla targa del corridoio c’è scritto per sempre quello che ha pensato suo figlio Antonio una mattina di dolore immane: «Nel giardino della Giustizia troverò la mia casa. Lì ove risuona la verità... ove le lacrime sono rosse come le rose. Dott.ssa Maria Angela Nastasi, Magistrato »

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