Un altro giorno di protesta, un altro giorno di paure, angosce, nervosismi. Un altro giorno che passa senza avere risposte. Questo sono oggi i servizi sociali a Messina, travolti da un sistema che è fallito miseramente. E se ne sono accorti – finalmente aggiungiamo noi –anche i sindacati che per decenni hanno preferito mettere la polvere sotto il tappeto. Ieri mattina, i lavoratori delle cooperative Nuove solidarietà e Azione Sociale si sono fermati, assicurando solo i servizi essenziali. Si sono presentati alle sedi delle coop chiedendo i soldi per la benzina e per il tram, oltre al pagamento delle mensilità arretrate. «Non riusciamo a comprendere i motivi per i quali ancora non vengono pagati gli stipendi – tuona Clara Crocè, segretaria della Fp Cgil – Alcune fatture sono state pagate alla cooperativa Azione sociale e già incassate: perché rinviare i pagamenti. Paradossale poi – continua la Crocè – la situazione dei lavoratori della Nuove Solidarietà che ha incassato fatture per oltre 800 mila euro, ma ai lavoratori è arrivato un solo stipendio ». Ma la situazione è anche peggiore, con aspetti che sfiorano il paradosso. Visto che nelle scorse settimane il Comune si è sostituito ad alcune cooperative pagando il Durc. E dei soldi ai lavoratori? Non c’è traccia. Una situazione drammatica anche perché su alcune cooperative pesano anche decreti ingiuntivi di migliaia di euro.
Situazione complessa anche all’Atm. Ieri mattina partecipata assemblea dei lavoratori di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti sul futuro dell’azienda, in vista del confronto di lunedì con l’Amministrazione comunale. Al centro del dibattito la proposta dell’Amministrazione di spacchettamento dell’azienda e la controproposta elaborata dai sindacati di categoria e dalle segreterie confederale per un’azienda unico gestore dei servizi di mobilità urbana. Filt-Cgil Fit-Cisl Uiltrasporti pensano ad una nuova Atm «a cui oltre a quelle già in essere dovranno essere affidate altre e nuove attività.
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