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Bruzzano non doveva
essere arrestato

 Il verdetto dei giudici della Cassazione ribalta la situazione a favore dell’ex commissario della polizia municipale Aldo Bruzzano. Ieri sera, la sesta sezione penale della Suprema corte ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare che disponeva i domiciliari nei confronti del comandante del nucleo Tutela del territorio, notificata il 19 ottobre scorso dai carabinieri. In buona sostanza, secondo la Cassazione, a cui ha inoltrato ricorso l’avvocato Salvatore Silvestro, difensore di Bruzzano, quest’ultimo non doveva essere arrestato. Decisione in contrasto con quella del gip Giovanni De Marco, il quale aveva firmato il provvedimento (su richiesta dei sostituti procuratori Adriana Sciglio e Diego Capece Minutolo) e del Tribunale del riesame, che aveva confermato la misura, rigettando l’istanza della difesa. Al contrario, ieri, è stata accolta la tesi sostenuta da Bruzzano già in sede d’interrogatorio di garanzia, durante il quale respinse con forza la sfilza di accuse contestate: ricettazione in concorso, peculato, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. In quella sede, l’ex commissario fornì giustificazioni sia sul fronte dell’attività lavorativa pubblica in seno al Corpo dei vigili urbani sia sul fronte della attività privata, legata alla gestione di quattro negozi Compro oro “Carpe diem”.  

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