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Le Province dividono
destra, maggioranza
e M5S. Si voterà?

Fumata grigia in commissione Affari istituzionali all'Ars, dove stamattina si è discusso della riforma delle Province: ogni decisione è stata rinviata a martedì prossimo. Stamane nel corso di una lunga riunione sono emerse le diverse posizioni in campo: dal centrodestra che chiede di confermare il voto a maggio con l'attuale sistema, alle forze di maggioranza che - se pur con alcune differenze - chiedono di rinviare il voto e nel frattempo riformare gli enti, al M5S che invece vuole rinviare il voto per abolire le Province.

"Il governo Crocetta dica chiaro e tondo cosa vuol fare con le Province, presenti una proposta di riforma e la valuteremo. Quel che è certo è che, di fronte al rinvio del voto all'anno prossimo, non è immaginabile commissariare tutte le Province: stiamo parlando di organi costituzionali, non di un 'qualunque' Consorzio di bonifica. Se si decide di rinviare il voto bisogna prorogare gli attuali presidenti, che sono stati eletti dal popolo". Lo ha detto Giuseppe Castiglione, coordinatore del Pdl in Sicilia, incontrando i giornalisti a Palazzo dei Normanni dove è in corso la riunione della commissione Affari istituzionali proprio per discutere dell'assetto delle Province regionali e del rinvio del voto alla prossima primavera

"Dopo la batosta elettorale del suo movimento il presidente Crocetta ha paura di affrontare il giudizio degli elettori, e per questo propone di posticipare le provinciali siciliane di un anno. Uno spostamento che sarebbe giustificato, secondo Crocetta, dalla necessità di riformare il sistema delle Province, determinando così anche risparmi per le casse regionali. Una motivazione senz'altro lodevole e su cui potremmo anche essere d'accordo, sempre che questa proposta non giungesse dal presidente Crocetta il quale in questi primi mesi di governo ha disatteso completamente il suo programma elettorale". Lo dice la senatrice Simona Vicari, commissario provinciale del Pdl a Palermo. "Dei tagli, dei risparmi e della riduzione delle consulenze non c'é alcuna traccia, a conferma che la sua 'rivoluzione' era ed è semplicemente una 'restaurazione' delle vecchie e cattive abitudine - aggiunge - che hanno portato la Sicilia sull'orlo del baratro. Per non parlare poi del negativo risultato elettorale, che conferma ancora di più l'isolamento e lo scarso consenso di cui gode questa non-maggioranza e lo stesso Crocetta. Per questo niente scuse, si voti subito. Le riforme, se davvero si vogliono fare, si possono fare anche in 4 settimane".

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