Forse ci siamo. Al di fuori della bagarre politico-elettorale, nel confronto tra gli uffici della Regione, i dirigenti dell’Autorità portuale e del Comune, il responsabile della progettazione esecutiva, è stata individuato per la nuova “Via Don Blasco” di Messina, il percorso per reperire i co-finanziamenti europei che servono. Si punta a 18 milioni, il grosso dei 24 previsti per la nuova strada alternativa alla via del centro città che più di tutte è sconvolta dai tir: la via La Farina. È anche la possibilità di utilizzare finalmente, nell’interesse della città, le invocate aree ferroviarie: in particolare, una lunga striscia della superficie dismessa della Piccola velocità, tra via Santa Cecilia bassa e la radice del viale Europa cioé del torrente Zaera. La novità è venuta fuori da un approfondito incontro svoltosi a Palermo tra il direttore generale alle Infrastrutture Falgares, il segretario generale dell’Autorità portuale Di Sarcina, il dirigente comunale alla Viabilità, Pizzino, e l’ingegnere Antonio Rizzo che fin dalla seconda metà degli anni 90 è il responsabile di questo progetto prezioso tanto per il porto quanto per la qualità della vita. A differenza di quanto si riteneva più probabile in origine, ovvero trovare i fondi nella riprogrammazione in corso per gli “Interventi di carattere straordinario per investimenti negli enti locali”, o per il “Piano regionale delle vie di fuga” o ancora per la «Infrastruttura viaria in area metropolitana, compresa nel piano approvato dal commissario per l’emergenza traffico”, sembra che Messina abbia le maggiori possibilità di conquistare meritatamente i 18 milioni mancanti – 6 sono già in cassa grazie al co-finanziamento dell’Autorità portuale – nell’ambito dell’Accordo di programma quadro “Merci e Logistica”. E ciò in virtù del fatto che non poche delle opere qui previste fin dal 2006 sono rimaste sulla carta mentre la città dello Stretto per una volta nella sua storia dispone di un progetto esecutivo e cantierabile per dotare la sua portualità di una viabilità autonoma, chiaramente indispensabile per entrambi i suoi poli: da subito per il porto centrale e l’Autostrada del Mare che imbarca molto più merci che passeggeri; in prospettiva, per le strutture di Tremestieri- S. Filippo già finanziate e appaltate, o progettate per la logistica. Contemporaneamente, nella attesa del grande porto a Tremestieri, realizzare questa nuova viabilità unitaria a valle delle vie La Farina ed Industriale significa ridare la dignità urbana e la riqualificazione del paesaggio, la vista, a quel rione costiero Maregrosso che fu addirittura un arcivescovo, monsignor Giovanni Marra, a definire, meglio di qualsiasi politico, «l’occhio cieco di Messina». Un’operazione assolutamente semplice e logica quella designata fin dal 1996 (il conferimento dell’incarico all’ing. Rizzo) dall’allora Giunta Providenti, e che pure non ha mai unito al di sopra delle parti, come avrebbe dovuto, tutti i protagonisti della politica da destra a sinistra. In fondo, il nuovo tratto stradale da realizzare sarà solo quello che si ricaverà dentro il deserto della Piccola velocità, attraverso un accordo istituzionale con le Ferrovie che è già pronto per essere firmato. Per il resto del tracciato, infatti la nuova Don Blasco altro non sarà che la fusione migliorativa delle attuali via San Raineri e Don Blasco con le vie Maregrosso e Acireale, fino alla Zir. Il tutto con una bella dotazione di alberi, illuminazione e parcheggi. Non v’è dubbio, del resto, tornando alla logistica portuale, che tutte le programmazioni convergono in questa direzione, a cominciare dal programma “Porti-Stazioni” e dal Piano innovativo in ambito urbano “San Raineri- Tremestieri”. Non a caso una delle previsioni più convincenti è proprio quella della Piastra logistico-distributiva prevista a San Filippo. Senza contare che, già nella Zir di Gazzi, laddove la nuova via Don Blasco condurrà in modo rapido dalla Falce e dallo svincolo “Centro”, hanno già la loro base alcune realtà distributive.