Diminuiscono i tir quindi... aumentano i tir. È incredibile ma Messina riesce a farsi male anche quando, in termini di traffico e di qualità dell’aria, dovrebbe respirare un po’. Sul banco degli imputati c’è soprattutto il dimezzamento degli approdi d’emergenza di Tremestieri, laddove si usa solo una banchina e si convive con un cantiere aperto. Per il mini porto già nato senza aree di stoccaggio, di peggio c’è solo la chiusura totale. Arrivano dati sconcertanti sul traffico pesante d’attraversamento della nostra città, nel 2012. Da una parte è calato in modo pauroso, rivela Tourist- Caronte, il numero dei mezzi pesanti in transito nello Stretto: di circa il 22 per cento quello tra Messina e Villa San Giovanni e di circa il 15 per cento, il segmento fino a pochi anni fa vincente dell’autostrada del mare Messina-Salerno. «A fronte dei circa 800.000 mezzi pesanti del 2011 – riflette Rino Famiani, direttore generale Tourist-Caronte – il numero complessivo del 2012 s’aggira tra i 640 e i 650.000 mila. Siamo comunque lontanissimi dai 950.000 tir imbarcati e sbarcati nel 2006». Dall’altra parte, però, in parallelo al dimezzamento degli approdi, è cresciuto l’uso dei pass rilasciati ai camionisti dalla societa Terminal (Tourist Caronte- Blueferries- Meridiano) per trovare un’alternativa, ahinoi la solita della rada San Francesco, del porto e della Marittima FS a quegli sventurati approdi ridotti a un molo. Il numero globale dei pass nel 2012? La grande cifra di 28.809. Basta recarsi un giorno qualsiasi in quel di Tremestieri. Con la banchina esterna chiusa, con appena 3 o 4 navi che possono alternarsi a quella di riva, quasi solo Tourist Caronte e Meridiano e con Bluferries ripiegata alla Marittima, il meccanismo dei “pass” scatta sempre tra pomeriggio e sera, tranne il sabato e la domenica. E così quel che, nel 2006, si prescrisse in ordinanza come misura possibile ma eccezionale, per il caso in cui le due banchine non bastassero e la “chiocciola” si riempisse, è ormai regola. Con una complicazione: in taluni orari le ondate di tir della “Messina-Salerno”, quelli che interessano l’asse viale Europa-via La Farina e s’imbarcano nel Molo Norimberga della Zona falcata, coincidono temporalmente con i mezzi pesanti diretti a Villa e forniti di pass, che discendono dai viali Boccetta ed Europa e percorrono viale della Libertà e via La Farina per raggiungere S. Francesco e la Marittima. Due le soluzioni obbligate: finire entro quest’estate i lavori di riparazione della banchina esterna degli approdi; finanziare e realizzare, con un’urgenza da protezione civile, la nuova via Don Blasco tra il Molo Norimberga e gli vincoli Centro e Gazzi. Perché il cittadino, l’automobilista che ogni giorno deve faticare e penare spostandosi da nord a sud e viceversa, finisce per sentirsi come un fuscello in una città stritolata da mobili colossi di lamiera. Per non parlare dell’ansia per gli anziani come per i più piccoli. Una nuova tragedia più di altre del passato, quella costata al macellaio Lembo sulla via la Farina, ha concorso a fare virare la rotta delle autorità verso quella “nuova via Don Blasco” che avrebbe dovuto essere realizzata da almeno un decennio. L’assessore regionale Bartolotta e il governatore Crocetta lo hanno capito, ma ora servono presto i fondi UE. Anche la Polizia municipale, pur pesantemente sottodimensionata, nel 2012 ha cercato di fare del suo meglio nella vigilanza sul fronte dei tir. Come ricordano il comandante Calogero Ferlisi e l’apposito Centro studi del Corpo, nell’arco del 2012 per mancanza di pass e tutta una serie di altre infrazioni, sono stati stangati 1227 autotrasportatori, di cui 282 per lo specifico divieto di transito. Può sembrare un numero ridotto, rispetto ai quasi 29.000 pass che sono stati rilasciati nello stesso periodo, ma escludendo i fine settimana si tratta di 1-2 camionisti al giorno che ignoravano l’ordinanza. In un traffico che è di suo allo stremo, una pesante e pericolosa... goccia.