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Fiera, cominciano le
demolizioni e i primi
carotaggi nel Teatro

«Possiamo restituire in tempi brevi il lungomare fieristico ai messinesi. Noi ce la stiamo mettendo tutta, speriamo che anche il resto della città faccia la sua parte». Il presidente dell’Autorità portuale Antonino De Simone è convinto che quello che conti alla fine sia il linguaggio dei fatti. E dopo tante polemiche, dopo le discussioni in seno al Comitato portuale e durante i dibattiti organizzati nei due mesi di occupazione dei locali del Teatro in Fiera, adesso vale soltanto l’impegno concreto. Ieri mattina sono cominciati i lavori di demolizione delle strutture non più compatibili con i piani di riqualificazione del quartiere fieristico e, contestualmente, sono stati avviati anche i carotaggi propedeutici agli interventi di messa in sicurezza e di restauro del Teatro. Il presidente ha dato seguito agli impegni assunti nelle scorse settimane, quando agli stessi occupanti aveva detto: «Liberate i locali e consentiteci di far entrare la ditta che effettuerà i sondaggi, perché così potremo appaltare rapidamente i lavori di ristrutturazione». Se i giovani del “Pinelli occupato” hanno avuto il merito di aver fatto riaccendere i riflettori su un bene pubblico abbandonato da 17 anni, oggi è importante che l’ente titolare delle aree si sia assunto la piena responsabilità di portare avanti le opere indispensabili al recupero dell’intera cittadella di viale della Libertà. E le demolizioni fanno parte del piano complessivo di riqualificazione. In quei sei ettari di waterfront vi sono padiglioni posti sotto il vincolo della Soprintendenza, perché espressione dell’architettura razionalista degli anni Cinquanta, ma si sono aggiunte anche strutture di scarsa qualità, andatesi deteriorate nel tempo e ridotte in condizioni vergognose per mancanza di manutenzione. Sono trascorsi decenni prima di aver visto abbattere l’orrendo muraglione che cingeva il quartiere fieristico (sostituito dall’attuale cancellata), speriamo che adesso i tempi siano molto più rapidi. Già ieri le ruspe hanno demolito una delle costruzioni poste al centro del lungomare. Altre “baracche” saranno rase al suolo e nel frattempo si procederà con gli interventi di ristrutturazione non solo del Teatro ma anche dell’ingresso della Fiera e di uno dei padiglioni storici, quello che ospitava le mostre d’arte e d’artigianato. Inoltre, si potenzieranno gli elementi di arredo e di verde attrezzato, con la realizzazione di una piazza alberata e altre “novità” che prenderanno forma già dalle prossime settimane. Un’opera non soltanto di “maquillage” ma di sostanza: perché è perfettamente inutile parlare di “Fiera aperta alla città”, di “pubblica fruizione”, di “beni pubblici che appartengono a tutti”, se poi le aree aperte e lasciate alla fruizione della cittadinanza versano nel più totale squallore. Il quartiere fieristico va visto nella sua complessa articolazione. È un tutt’uno, non si possono separare le aree esterne dai padiglioni o dal lungomare. Le superfici coperte ricoprono oltre quindici mila metri quadrati, le aree scoperte superano i 34 mila mq., in totale si tratta di 49.160 metri quadri ai quali vanno aggiunte le aree dell’ex Gazometro che di fatto appartengono al quartiere (durante i bei tempi della Campionaria, all’ex Gazometro era ubicato il grande Parco divertimenti).

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