9, come i milioni di processi arretrati in Italia. 10, come gli anni di attesa perché una sentenza diventi definitiva. 170mila, come i processi che ogni anno finiscono con la prescrizione. E poi 65mila, come i detenuti che stanno nei 45mila posti disponibili nelle carceri, e 2mila, come le condanne della corte europea per i diritti umani che l’Italia ha già subito. Sono i numeri dei radicali. Numeri che riguardano il sistema giustizia nel nostro paese e che danno la misura del problema. Amnistia, Giustizia, Libertà sono le parole chiave della campagna elettorale dei radicali per le prossime politiche. Hanno scelto di chiamare così la lista, Aministia Giustizia e Libertà. E hanno scelto le carceri italiane per il loro tour elettorale.
Dopo l’incontro i radicali sono tornati all’interno del carcere di Gazzi per verifcare di nuovo le condizioni in cui vivono i detenuti a Messina. Ma la Bernardini ha anche affrontato il tema del voto e denunciato le difficoltà che i detenuti incontrano per esercitare il proprio diritto. Chi potrebbe votare – persone in attesa di giudizio o condannati ai quali il diritto viene lasciato – spesso non lo fa per la scarsa informazione. Ma i radicali hanno toccato anche il tema del secondo palazzo di giustizia, chiamando in causa la procura per capire se ed eventualmente quali interessi si nascondano dietro questa storia.