Lo aveva promesso ai 41 lavoratori nella tarda serata di domenica 3 febbraio, quando dopo la convention al “Vittorio Emanuele” con simpatizzanti ed elettori del “Megafono”, l’incontro con i dipendenti del Teatro e l’inaugurazione della sede del movimento in via I Settembre, intorno alla mezzanotte – sebbene visibilmente stanco – ha raggiunto i cancelli della ex Triscele in via Bonino accompagnato da rappresentanti sindacali: «Non vi lascerò soli; non consentirò speculazioni sulla vostra pelle». L’ipotesi adombrata dal governatore Rosario Crocetta nelle scorse settimane ha trovato adesso conclamazione: la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, su input del governo regionale, «in applicazione della legge 10 del ‘91, ha avviato le procedure propedeutiche all’emanazione del provvedimento tutorio», un vincolo, «sugli immobili dello stabilimento ex Birra Messina», considerati di «particolare interesse storico ed etnoantropologico». Di fatto alzando ostacoli lungo la strada, invero ormai scontata e vedremo perché, della edificabilità. L’amministrazione competente per la procedura cui si fa riferimento è l’assessorato regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana. Quella sera del 3 febbraio ai 41 lavoratori licenziati dal Gruppo Faranda, Crocetta deve averlo fatto capire: perché – s’è appreso ieri – formalmente il procedimento è stato avviato dalla Soprintendenza il 22 gennaio. Mercoledì 6 febbraio la decisione è stata protocollata a Palazzo Zanca. Sia chiaro: si va verso una battaglia legale. Perché proprio nei giorni scorsi è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Regione il decreto del 18 dicembre scorso, con il quale il dirigente generale del Dipartimento regionale dell’Urbanistica rettificava un altro decreto, del 2 settembre 2002, relativo all’approvazione del Prg cittadino, in esecuzione della sentenza del Tar Sicilia 971 del 2009. Ovvero, la trasformazione – avallata dal consiglio comunale – dell’area ex Triscele da industriale in residenziale. La rettifica del Prg è dunque avvenuta a seguito di quanto disposto e in conformità al voto espresso dal Consiglio regionale dell’urbanistica il 28 novembre 2012 e alle prescrizioni dettata da quella stessa Soprintendenza che oggi avvia le procedure per apporre il vincolo sull’area. Il passaggio in sede di Cru altro non fu che l’approdo di un percorso che godè del placet del consiglio comunale.