Il Tar di Catania ha annullato l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2009 dal servizio Via/Vas dell’assessorato regionale al Territorio a MessinAmbiente necessaria all’inceneritore di Pace per proseguire l’attività. Il ricorso, promosso da Associazione mediterranea per la natura, Legambiente e Wwf (rappresentati dagli avvocati Giovanni Crosta, Nicola Giudice e Pierfrancesco Rizza), è stato accolto dai giudici amministrativi, che hanno accertato, nel corso dell’istruttoria del giudizio, «le gravi carenze impiantistiche e funzionali in cui versava l’inceneritore di Pace» e che quindi non poteva essere oggetto dell’autorizzazione del 2009 che consentiva la prosecuzione dell’attività del vecchio impianto, addirittura ampliando le categorie di rifiuti trattabili. Decisiva, per giungere al giudizio, la perizia affidata dal Tar al prof. Francesco Bottino, ordinario di Chimica all’Università di Catania. Bottino ha relazionato sulle condizioni irregolari in cui versava l’impianto, che non avrebbero potuto condurre all’emanazione dell’autorizzazione regionale poi impugnata. Dalla relazione del consulente tecnico è emerso il superamento, «a volte notevole», dei limiti di legge, nella emissione di alcuni fattori inquinanti (C.o.t. e polveri sottili); il malfunzionamento degli strumenti di misurazione delle emissioni, utilizzati da MessinAmbiente con la conseguente esposizione di dati fuorvianti, inferiori a quelli effettivi; l’eccesso di emissione, in alcune date, di diossine e Pcdf (dibenzonofurano policlorurato, ndr), con valori di gran lunga superiori ai limiti di legge; l’ammissione indebita al trattamento e quindi l’inceneritore di rifiuti classificati dalla legge come pericolosi.
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