Una macchina reperita dopo tante ricerche, ed ora ferma perché la roccia da perforare è troppo dura tanto da usurare le lame. Da otto giorni circa la perforatrice è bloccata poiché la ditta che sta eseguendo le opere di consolidamento sta attendendo dei pezzi di ricambio che una ditta del nord sta appositamente realizzando. Alla direzione lavori è stata comunicata la data del 15 febbraio entro la quale i lavori potranno essere ripresi. Lavori che secondo quanto riferisce l’ingegnere Francesco Di Sarcina sono giunti circa a metà. 28 su 60 i pali già collocati sul fondale, e sopra i quali sarà realizzata la nuova diga protettiva del bacino. Una partenza a rilento dovuta proprio alla resistenza della roccia che ha quindi spinto l’impresa a cambiare tecnica servendosi di una macchina molto particolare. Un inconveniente che non dovrebbe far slittare di molto la conclusione fissata in un primo momento per il mese di giugno. Adesso la ditta ha comunicato alla direzione lavori che, al massimo entro settembre, il cantiere sarà chiuso. Nel frattempo le maestranze stanno ripristinando le piste di sabbia ed eseguendo un lavoro preparatorio per la posa degli altri micropali. Le prossime settimane, invece, potrebbero essere decisive per l’iter realizzativo del nuovo e definitivo approdo a sud.