di Lucio D'Amico
La polemica corre su Facebook ma è destinata a diventare uno dei motivi più gettonati della prossima campagna elettorale per le Amministrative. Teatro dello scontro è il progetto della nuova via Don Blasco, che il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, durante la sua recente visita a Messina, ha sostenuto di voler portare avanti in collaborazione con l’Autorità portuale, e che l’ex assessore Gianfranco Scoglio, invece, ritiene «non più attuabile», a differenza della «vera via del Mare» su cui aveva puntato la precedente amministrazione comunale. È una polemica non nuova. Basta ricordare l’aspro scontro tra lo stesso Scoglio e l’ingegnere capo del Genio civile Gaetano Sciacca. Ma il nodo del contendere, pur restando identico, adesso va visto in una luce del tutto nuova. Per la prima volta, infatti, almeno da quando esiste il progetto di ristrutturazione viaria e riqualificazione ambientale della via Don Blasco (progetto commissionato nientemeno che dalla giunta Providenti, tra il 1994 e il 98!), il Governo siciliano assume l’impegno ufficiale di compartecipare al finanziamento dell’opera, per la quale sono pronti già sei milioni di euro stanziati dall’Autorità portuale. Crocetta è stato chiaro: «Inseriremo la nuova via Don Blasco nella programmazione dei fondi europei 2014-2017». E d’altra parte, la Regione siciliana è pienamente coinvolta, trattandosi di aree che appartengono o confinano con il Demanio ed essendo in ballo un’infrastruttura di rilevanza non solo cittadina, visto che è destinata a collegare il porto storico con gli svincoli di Messina Centro e di Gazzi e successivamente con il nuovo sistema portuale di Tremestieri. L’amministrazione Buzzanca, sulla spinta dei “grandi progetti” coltivati dall’ex assessore Scoglio e inseriti nell’ambizioso piano di “Messina 2020”, ha volutamente trascurato l’importanza della ristrutturazione della via Don Blasco, ritenendo che fosse molto più utile puntare sulla strada litoranea, la Via marina, la cui realizzazione, però, comporta costi decisamente più alti del cosiddetto “progetto Rizzo” (dal nome dell’ing. Antonio Rizzo, progettista della nuova via Don Blasco). Alla fine, però, non si è fatta nè l’una nè l’altra opera e la via La Farina è rimasta il budello che tutti conosciamo, solcata dai Tir e lastricata purtroppo anche di sangue, quello versato da vittime innocenti, come avveniva un tempo sul viale Boccetta. L’ironia usata sul social network dall’ex assessore («Presidente Crocetta, ma da chi si è fatto accompagnare?») non è andata giù nè al governatore né all’assessore regionale Bartolotta né al segretario generale dell’Autorità portuale Francesco Di Sarcina, anch’egli presente al sopralluogo effettuato dal presidente nella Zona falcata. La riqualificazione della via Don Blasco, oltre ad alleviare i gravissimi disagi di via La Farina, è un tassello prezioso lungo la strada della “rigenerazione urbana” avviata grazie alle demolizioni effettuate negli anni scorsi a Maregrosso. Intervenire sull’arteria viaria significa procedere contestualmente alla bonifica del territorio, incoraggiando ulteriori azioni di risanamento da parte della stessa Regione e degli enti locali. La “filosofia” delle grandi opere, più o meno condivisibile, non può essere il paravento dietro il quale nascondersi per giustificare l’inerzia. Questa è la città che è rimasta per decenni sotto la “cappa” del “Ponte sì Ponte no” e dove, a parte gli ormai quasi ultimati svincoli di Giostra e Annunziata, non si è mossa foglia. «Ci dispiace per Scoglio – affermano gli esponenti della giunta siciliana –, ma la nuova via Don Blasco sarà una delle nostre priorità e dimostrerà la serietà degli impegni del governo Crocetta nei confronti della città di Messina »
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