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Morte sospetta
a Castanea

tribunale messina

  «La signora è morta a causa di un boccone andato di traverso». Avrebbe detto questo la direttrice di una struttura assistenziale privata di Castanea per spiegare le cause del decesso di C.B., 72 anni, avvenuto giovedì scorso. Una vicenda dai contorni poco chiari, sulla quale la Procura ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia dei familiari della donna, originaria di Itala, ma residente a Messina. E ieri mattina, su disposizione del sostituto procuratore Federica Rende, titolare del fascicolo, all’obitorio del Policlinico è stata eseguita l’autopsia sul corpo dell’anziana. I medici legali hanno chiesto sessanta giorni di tempo per consegnare la perizia. Intanto, l’inchiesta è ancora contro ignoti: giusto il tempo di completare le procedure di identificazione dei medici che hanno curato la settantaduenne in quello che si è rivelato l’ultimo scorcio della sua difficile esistenza. I parenti, affatto convinti, anzi esterrefatti da quella giustificazione, peraltro comunicata via telefono, chiedono giustizia. Ritengono che ci sia ben altro dietro. Anche perché, in base a quanto contenuto nella denuncia presentata all’Autorità giudiziaria, il medico di famiglia avrebbe escluso categoricamente il soffocamento nel corso del successivo esame del cadavere, propedeutico alla redazione del certificato di morte. La paziente soffriva di invalidità al 100 per cento per malattia mentale, in quanto da tempo affetta da “schizofrenia cronica paranoide”, diagnosticata da una struttura psichiatrica pubblica. Ragion per cui era in carico al dipartimento di Salute mentale Messina Nord. Inoltre, era sottoposta ad amministrazione di sostegno. Nella sua vita aveva visitato parecchie case di cura e case famiglia. Ultimamente, era stato disposto il trasferimento in una struttura idonea alle condizioni psicopatologiche dell’anziana. Ma il 31 ottobre scorso, senza avvisare preventivamente i familiari, la donna sarebbe stata accompagnata in un’altra struttura di Castanea che, in base a quanto indicato nell’esposto, non avrebbe i requisiti necessari al ricovero di ammalati psichiatrici. Ecco, quindi, che è cominciato il calvario di C.B.: il mese successivo al suo arrivo nella sua nuova “casa”, ha accusato un gonfiore alla gamba destra. Il mese scorso è stata colta da svenimenti e gravi problemi di digestione. Il 29 gennaio scorso, la doccia fredda: con una telefonata, il personale della struttura di Castanea ha informato i suoi familiari che la congiunta, improvvisamente, aveva esalato l’ultimo respiro. A giudizio della direttrice a causa di un boccone andato di traverso. Circostanza smentita dal medico di famiglia, il quale ha poi preparato il certificato di morte. Da qui la denuncia presentata alla magistratura dai parenti, che in questo drammatico caso sono assistiti dall’avvocato Nino Cacia.

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