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Cas, Crocetta rimuove
il dg Trainiti e il
dirigente Frisone

di Nuccio Anselmo

 

È troppo facile l’attacco, ovvero il Cas è nuovamente nella bufera. Ma è proprio così dopo le recenti sospensioni dalle funzioni decise dalla giunta Crocetta del direttore generale Maurizio Trainiti e del dirigente Lelio Frisone, provvedimenti captati tra le righe di una frenetica conferenza stampa tenuta a Palermo, confermati dal capo della segreteria tecnica del governatore, Stefano Pulizzotto. Un’altra grana in più per l’attuale triumvirato Gazzara- Furnari-Ridolfo che deve tentare di mettere ordine nel caos del Cas, ovvero i tre commissari designati dalla giunta regionale in più tappe nelle scorse settimane, il “vecchio” Nino Gazzara e i due più freschi di nomina, il gelese Rosario Furnari e il sindaco di Ficarra Basilio Ridolfo. Il lavoro per i tre designati non mancherà di certo per rimettere ordine in un ente che ha delle potenzialità enormi ed è molto ricco, con oltre 50 milioni di euro in cassa da investire, ma che ormai da anni naviga a vista tra un commissario e un altro, e il risultato si vede sulle autostrade siciliane. La sospensione di Frisone è arrivata dopo la “f r a m m e n t azione” di un appalto da 8 milioni e 130 mila euro decisa dal dirigente del Cas, che in origine era stato assegnato all’impresa “Ventura Spa” ma era stato poi revocato dalla giunta regionale dopo la misura interdittiva decisa dal prefetto di Milano, che aveva escluso l’impresa Ventura dalla partecipazione all’Expo 2015, perché considerata «a rischio mafia». Ma la ditta il giorno dopo aveva replicato punto su punto con una lunga nota del suo presidente, Raffaele Francesco Ventura, preannunciando una impugnativa nei confronti del provvedimento del presidente Crocetta che aveva revocato l’appalto del Cas e l’i ntenzione di controbattere legalmente l’informativa antimafia. Sono di ieri sera invece le dichiarazioni dell’architetto Frisone, che non è affatto d’accordo di passare per uno che ha sperperato denaro pubblico e anzi ha completamente ribaltato la situazione sostenendo che era assolutamente necessario in quel frangente, ovvero con una “v a c atio” improvvisa, intervenire subito amministrativamente per la sostituzione in tempi rapidi dell’impresa Ventura, altrimenti si sarebbero dovute chiudere le autostrade siciliane per gravi carenze della sicurezza. Frisone ha infatti dichiarato che «il servizio alle ditte Drago, Isgrò e Buscemi è stato affidato per 90 giorni nelle more che il Tar, cui la Ventura ha fatto ricorso, si pronunci in favore della ricorrente». E la magistratura? Non è escluso che proprio questi ultimi fatti siano già stati esaminati in questi giorni dalla Procura di Messina, che in passato s’è occupata più volte di parecchie vicende legate alla gestione del Cas. Nei mesi scorsi erano state aperte due inchieste sul Consorzio, una sulla stucchevole telenovela del famigerato giunto del viadotto Ritiro e la sua collocazione in raccordo ai nuovi svincoli Giostra-Annunziata, e l’altra, molto più “sostanziosa”, su cui c’erano stati già degli accertamenti investigativi in passato, riguardava gli ultimi cinque anni di bilanci. Questo per capire se tutto era stato gestito correttamente e se esistono veramente quei “buchi milionari” di cui in maniera molto chiara aveva parlato, non molto tempo fa, l’allora presidente Patrizia Valenti. Era stato il procuratore aggiunto di Messina Ada Merrino ad assegnare alcune deleghe d'indagine specifiche ai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria, iscrivendo a “modello 45” due fascicoli, quindi senza indagati ma solo con ipotesi investigative da sviluppare. Ma era il mese di settembre 2012, nel frattempo potrebbe essere cambiato qualcosa. Per quanto riguarda la storia del giunto del viadotto Ritiro l’ipotesi d’indagine è quella di “attentato alla sicurezza dei trasporti”, mentre sui bilanci del Cas gli accertamenti miravano a risolvere un interrogativo di fondo, che è più o meno questo: se è vero che il Consorzio autostrade siciliane ha all’attivo decine di milioni di euro accumulati da anni e depositati su conti bancari, perché mai tutto questo fiume di denaro non è stato reinvestito per ammodernare una buona volta le nostre autostrade siciliane, che versano in uno stato a dir poco vergognoso? E poi, perché non si sono trovati subito gli “spiccioli” per mettere in sicurezza con urgenza il viadotto Ritiro, e bisogna sopportare - per quanto? -, il transito in fila indiana delle auto? Quando queste due inchieste saranno concluse ne capiremo molto di più sulla gestione passata e recente del Cas.

 

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