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Primo intervento
con l’endoscopia
tridimensionale

Nei giorni scorsi è stato eseguito un delicatissimo intervento di asportazione di un tumore dell’ipofisi per via trans-naso-sfenoidale con un nuovo apparecchio endoscopico che permette la visione tridimensionale. Si tratta di una innovazione tecnologica grazie alla quale si riesce ad ottenere una visione stereoscopica che consente di avere il senso di profondità, importantissimo negli interventi sul cervello. Il paziente sottoposto ad intervento era portatore di un macroadenoma ipofisario. Negli ultimi mesi aveva accusato un’intensa cefalea e gravi disturbi visivi oltre a disfunzioni ormonali. La risonanza magnetica dell’encefalo aveva documentato un voluminoso adenoma ipofisario con importante effetto compressivo sui nervi ottici. Si è così utilizzato un endoscopio a visione tridimensionale che ha consentito una accuratissima dissezione della lesione, consentendo di ottenere con maggiore sicurezza la radicalità chirurgica senza ledere in alcun modo le importanti strutture neurovascolari circostanti. Il reale vantaggio dell’utilizzo dell’endoscopio 3D rispetto agli endoscopi convenzionali è dato dalla visione stereoscopica offerta al chirurgo, ed a tutta l’equipe, grazie alla quale viene migliorata notevolmente la possibilità di asportare in modo radicale e con maggiore sicurezza un tumore. Naturalmente questa innovazione tecnologica, unica sul nostro territorio, viene utilizzata anche per il trattamento di tumori encefalici e spinali e di aneurismi intracranici consentendo quindi di dare vita alla cosiddetta neurochirurgia endoscopio-assistita che oggi si arricchisce con la tridimensionalità. Un importante risultato ottenuto nell’ottica della politica di innovazione tecnologica avviata dal direttore generale Armando Caruso e portata avanti dal reparto diretto dal prof. Salpietro, ordinario di Neurochirurgia e direttore della Scuola di specializzazione in Neurochirurgia dell’Università.

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