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Tritolo nell’arsenale
della cosca di Mangialupi

Il blitz della polizia risale a giovedì. In due borsoni di tela, di colore blu, sono state scovate anche armi di vario tipo: una pistola mitragliatrice Uzi con canna filettata per poter inserire il silenziatore, tre pistole semiautomatiche Beretta (tutte con relativo caricatore), due revolver con matricola abrasa (il primo di fattura belga, il secondo marca Smith & Wesson). E ancora: un fucile semiautomatico Breda calibro 12, due caricatori bifilari e uno monofilare. Nascosta tra la armi c’erano pure un’elegante ma pericolosissima penna-pistola di fattura artigianale, perfettamente funzionante, centinaia di inneschi, oltre un chilogrammo di polvere da sparo e più di 2000 cartucce. Non solo: l’operazione ha consentito di rinvenire circa due kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, una trentina di buste di mannitolo e due bilancini elettronici, oltre a materiale impiegato per il confezionamento delle singole dosi. Sequestrato, poi, un paio di manette con chiavi annesse. Sono in corso indagini approfondite da parte degli uomini della Scientifica e degli artificieri, che stanno eseguendo rilievi dattiloscopici e di tipo balistico. Si cercano impronte, nella speranza di poterle confrontare con quelle immagazzinate nella banca dati della polizia. I riflettori, ovviamente, vengono indirizzati sull’esplosivo. La domanda più ricorrente e se il gruppo criminale fosse intenzionato ad attuare azioni eclatanti. Cauto il capo della Mobile, Anzalone: «Non possiamo dirlo. Non era pronto per colpire. È certo che quella tipologia di tritolo sia di tipo militare. Dimostra la caratura criminale e il potenziale offensivo del gruppo di Mangialupi ».  

 

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