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Operazione a Mangialupi,
indagini a tutto campo

tritolo

La scoperta di un chilo di tritolo di fabbricazione militare fa tornare la paura, quella degli anni ‘80 e ‘90 delle guerre di mafia che tanti morti hanno provocato in città ed in provincia. Un ritrovamento inquietante, ancora una volta nel quartiere di Mangialupi, che apre la strada a tanti interrogativi. Questo genere di tritolo viene normalmente utilizzato per compiere attentati devastanti non certo piccoli avvertimenti. Poteva far crollare un intero palazzo, è stato spiegato  in conferenza stampa. E allora è evidente che il clan aveva in mente un obiettivo, qualcuno o qualcosa da far saltare in aria. Gli investigatori della Squadra Mobile stanno lavorando senza tregua per scoprire chi abbia nascosto in una casa disabitata i due borsoni contenenti un vero e proprio arsenale compreso il micidiale tritolo e chi fosse il destinatario delle attenzioni  del clan. Al momento una sola certezza: il clan di Mangialupi riconferma di gran lunga il più pericoloso ed attivo della città. Una costante ormai da anni, basti ricordare  il sequestro di un arsenale altrettanto micidiale nel gennaio 2011 in un casolare di San Filippo,  i chili di cocaina trovati in due appartamenti di viale San Martino, gli arresti di boss e fiancheggiatori nelle operazioni Mangialupi, Murazzo, Supermarket. Il clan, dunque, benché indebolito ha sempre avuto la forza di risorgere grazie anche ad una struttura di tipo  militare e ad un quartiere che nella sua conformazione ne favorisce le attività. E come accade nei quartieri ad alta densità criminale anche a Mangialupi il clan gestisce ed indirizza i voti in occasioni delle tornate elettorali. In vista delle elezioni politiche ed amministrative gli investigatori avranno il compito di individuare eventuali fenomeni di voto di scambio.

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