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"Un tavolo permanente
per il Teatro"

Un tavolo di lavoro permanente sui problemi principali (tabelle di equiparazione, pianta organica, finanziamenti regionali, situazione dell'orchestra e lavoro dei tecnici precari): questa la proposta lanciata dal Consiglio di amministrazione dell'Ente autonomo regionale Teatro di Messina durante l'atteso incontro con i sindacati, svoltosi ieri sera. «Vogliamo - ha detto il presidente Luciano Ordile - condurre in porto a ogni costo tabelle di equiparazione e pianta organica; vogliamo che la Regione con la sua nuova giunta ci venga incontro e renda chiare le sue intenzioni per questo teatro, in passato penalizzato nei finanziamenti rispetto alle altre realtà siciliane; vogliamo che insieme con noi e con i sindacati vengano coinvolti verso questo irrinunciabile obiettivo tutte le forze politiche, culturali e sociali della città, il Comune, la Provincia e gli altri enti territoriali. Questo CdA non è e non sarà mai contro i lavoratori, anzi è solidale con loro e ribadisce con forza che non è accettabile la difficoltà nel pagamento degli stipendi, causata dalla mancanza di liquidità della Tesoreria regionale».
La proposta ha avuto la sostanziale adesione dalla Fistel Cisl e dalla Cisal, mentre le altre quattro sigle sindacali presenti (quelle attualmente impegnate nel presidio al quinto piano del Vittorio Emanuele) si sono riservate di comunicare la loro decisione entro breve tempo.
La riunione si è svolta in un clima denso di tensione, ma la discussione è stata serena e costruttiva, pur con una costante dialettica fra le parti che non ha nascosto l'esistenza di alcune profonde divergenze.
Il CdA, in attesa di conoscere le decisioni degli altri sindacati, auspica che in ogni caso una rinnovata unità di intenti, pur nella diversificazione delle posizioni, possa consentire un'azione complessiva più efficace nei confronti della Regione Siciliana allo scopo di consentire all'Ente Teatro di Messina di continuare a essere il "tempio della cultura" della città, senza essere costretto a vivacchiare, in mancanza di certezze di programmazione correttamente progettuale.

Un tavolo di lavoro permanente sui problemi principali (tabelle di equiparazione, pianta organica, finanziamenti regionali, situazione dell'orchestra e lavoro dei tecnici precari): questa la proposta lanciata dal Consiglio di amministrazione dell'Ente autonomo regionale Teatro di Messina durante l'atteso incontro con i sindacati, svoltosi ieri sera.

 «Vogliamo - ha detto il presidente Luciano Ordile - condurre in porto a ogni costo tabelle di equiparazione e pianta organica; vogliamo che la Regione con la sua nuova giunta ci venga incontro e renda chiare le sue intenzioni per questo teatro, in passato penalizzato nei finanziamenti rispetto alle altre realtà siciliane; vogliamo che insieme con noi e con i sindacati vengano coinvolti verso questo irrinunciabile obiettivo tutte le forze politiche, culturali e sociali della città, il Comune, la Provincia e gli altri enti territoriali. Questo CdA non è e non sarà mai contro i lavoratori, anzi è solidale con loro e ribadisce con forza che non è accettabile la difficoltà nel pagamento degli stipendi, causata dalla mancanza di liquidità della Tesoreria regionale».

La proposta ha avuto la sostanziale adesione dalla Fistel Cisl e dalla Cisal, mentre le altre quattro sigle sindacali presenti (quelle attualmente impegnate nel presidio al quinto piano del Vittorio Emanuele) si sono riservate di comunicare la loro decisione entro breve tempo.La riunione si è svolta in un clima denso di tensione, ma la discussione è stata serena e costruttiva, pur con una costante dialettica fra le parti che non ha nascosto l'esistenza di alcune profonde divergenze.Il CdA, in attesa di conoscere le decisioni degli altri sindacati, auspica che in ogni caso una rinnovata unità di intenti, pur nella diversificazione delle posizioni, possa consentire un'azione complessiva più efficace nei confronti della Regione Siciliana allo scopo di consentire all'Ente Teatro di Messina di continuare a essere il "tempio della cultura" della città, senza essere costretto a vivacchiare, in mancanza di certezze di programmazione correttamente progettuale.

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