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Gli avvocati incontrano
Garofalo e Genovese

 Qualcosa si muove. E siamo sempre sui vari fronti della giustizia malata e sulle opere pubbliche connesse mai realizzate, dopo ormai un trentennio di chiacchiere da bar e incontri al vertice praticamente inutili. Dopo la durissima presa di posizione dell’Ordine degli avvocati dei giorni scorsi, di cui abbiamo dato notizia sul nostro giornale, che oltretutto seguiva l’allarme lanciato dal presidente facente funzione del tribunale Marina Moleti con una nostra intervista, si sono svolti propri nei locali dell’Ordine degli avvocati, al Palazzo di Giustizia, i primi incontri tra uomini politici, avvocati e magistrati, per affrontare i gravissimi problemi del servizio giustizia a Messina, specie per la carenza dell’o r g anico della magistratura denunciata ormai da tempo e in tutte le sedi a livello locale e nazionale. A rispondere all’appello lanciato dagli avvocati contro il disinteresse dei politici hanno risposto in questi giorni in due, ovvero gli onorevoli Vincenzo Garofalo del Pdl e Francantonio Genovese del Pd, che hanno chiesto di incontrarsi con gli avvocati e i magistrati per poter far proprie le rivendicazioni che ovviamente non appartengono ad una categoria specifica, ma all’intera città, mai così disastrata. Nei due incontri che si sono tenuti tra venerdì, con l’on. Garofalo, e ieri, con l’on. Genovese, il problema è stato affrontato sotto tutti gli aspetti specifici ed è saltato fuori in maniera abbastanza chiara come le iniziative che sembra voler assumere il ministro della Giustizia Severino, tra l’altro anticipate dalla Gazzetta nei giorni scorsi, che prevedono sostanzialmente un taglio generalizzato degli organici dei magistrati a Messina e in Sicilia, siano in forte contrasto con quanto deliberato del Consiglio Superiore della Magistratura nei mesi scorsi. Il Csm infatti con un proprio deliberato adottato nel mese di giugno aveva infatti evidenziato che «questo stato di fatto rende insostenibile il lavoro dei giudici (malgrado la loro elevatissima produttività, che i dati statici confermano)» e per altro verso riteneva «necessario sollecitare il ministro della Giustizia, affinché valuti di procedere ad un aumento dell’organico del Tribunale di Messina (ulteriore e di portata maggiore rispetto a quello già disposto con decreto del 20.1.2011)», specificando che riteneva sussistenti «i presupposti per inserimento dell’u f f icio in un futuro elenco delle sedi disagiate». Entrambi i deputati messinesi, Garofalo e Genovese, si sono impegnati a fare quanto possibile e anche di più per evitare che la nostra città subisca l’ennesimo smacco e sia abbandonata ulteriormente a sé stessa. Sull’altro fronte eternamente “caldo”, ovvero quello del palagiustizia satellite che la città aspetta da trent’anni, nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra il presidente del consiglio comunale Pippo Previti, i capigruppo consiliari, e una delegazione dell’Ordine degli avvocati guidata dal suo presidente Franco Celona. L’incontro è stato giudicato molto proficuo, anche perché sono stati messi in luce le problematiche di una procedura fortemente viziata in ogni suo aspetto, per come sancito dal Cga, e la necessità di dare una risposta immediata anche per evitare di perdere un finanziamento non utilizzato da decenni. Gli avvocati dal canto loro hanno ribadito il proprio convincimento per la possibilità di realizzare un palagiustizia satellite su terreno demaniale come da progetto di massima già redatto dal Provveditorato alle Opere pubbliche, ovvero la cosiddetta “torre”. Sempre in occasione dell’i ncontro il presidente Celona ha chiesto ai consiglieri comunali di fare propria la “battaglia” sulla carenza degli organici nella magistratura e tra i funzionari giudiziari e i cancellieri, visto che la questione giustizia interessa tutta la città e non soltanto una ristretta cerchia di operatori del diritto.

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