di Nuccio Anselmo
Sono 33 pagine strettamente riservate che il ministro della Giustizia Paola Severino ha inviato nei giorni scorsi con la sua firma d’accompagnamento al vicepresidente del Csm Michele Vietti, per chiedere «... che il Consiglio Superiore voglia esprimere il prescritto parere al riguardo che, anticipo sin d’ora, trattandosi di materia afferente l’organizzazione giudiziaria, sarà tenuto nella massima considerazione». Trentatré pagine che la Gazzetta ha letto in anteprima e che cambieranno radicalmente, o meglio stravolgeranno, le piante organiche della magistratura italiana in tutti i tribunali e in tutte le procure del Paese, e che sono destinate sicuramente a suscitare polemiche ferocissime almeno a giudicare dagli “tagli” devastanti che sono previsti in Sicilia, quelli che ovviamente ci interessano più da vicino. E anche se le tabelle che pubblichiamo sono molto eloquenti, basti notare che in quasi tutte le caselle spunta il segno “meno”, ovvero riduzione di organici, è necessario tornare sempre ai numeri per capire. Qualche esempio. Secondo questo piano operativo, che é il frutto di uno studio firmato dal capo dipartimento della Giustizia Luigi Birritteri, Palermo perderà con la revisione delle circoscrizioni 13 magistrati giudicanti e 12 in procura, Caltanissetta 6 e 2, Agrigento 6 e 1, Enna 6 e 2. E il tribunale di Messina? Bisognerebbe capire i criteri adottati da questo studio nell’aggregare ed elaborare i dati, visto che nonostante la devastante situazione nel settore civile (carichi di lavoro più alti d’Italia) e i gravi problemi in quello penale, di cui ci siamo tra l’altro occupati nei giorni scorsi con la denuncia del presidente facente funzioni del tribunale Marina Moleti, è prevista la riduzione di ben quattro posti nell’organico del tribunale, che probabilmente, se sarà confermata, contribuirà ad affossare definitivamente un luogo che dovrebbe assicurare una giustizia rapida. A Barcellona Pozzo di Gotto i numeri rimangono invece inalterati, nel senso che non si registrerà alcuna variazione nell’organico attuale, Patti perderà due magistrati in tribunale e uno in procura, Catania ne perderà 3 al giudicante ma guadagnerà 2 posti in procura. C’è una logica in tutto questo? È difficile coglierla, risalta più che altro un sistema d’analisi che ha aggregato dati molto “freddamente” senza tenere in considerazione le vere realtà localistiche, i problemi d’organico, il carico di lavoro. L’unico spiraglio che questo studio lascia è all’ultima pagina, ovvero la seguente frase: «... corre l’obbligo di segnalare che in esito al suddetto schema di nuove piante organiche rimangono non ancora assegnati, nell’ambito dell’origina - ria dotazione di magistrati in organico presso tribunali e procure, 88 magistrati giudicanti e 32 magistrati requirenti, unità che potrebbero essere destinate sia all’aumento dell’organico delle Corti d’Appello (uffici di particolare sofferenza soprattutto nel settore civile) che ad ulteriori aggiustamenti presso gli uffici di primo grado in esito alle indicazioni correttive eventualmente fornite dal Consiglio Superiore della Magistratura ». Staremo a vedere.
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