Una coraggiosa proposta, religiosa e civile, arriva alla “Gazzetta” dai messinesi d’origine greca, fedeli della chiesa ortodossa, in particolare dalla “Comunità ellenica dello Stretto”. È la disponibilità a recuperare a proprie spese il luogo sacro, a farlo fruire per quel culto cristiano che non è solo loro, nell’anno di grazia 2013, ma appartiene alla storia di Messina. Che prima della “tabula rasa” del 1908 era ben provvista di chiese ortodosse e gioielli d’arte bizantina. A sintetizzarla con la consueta passione è uno dei messinesi-greci più noti e stimati, il professore Daniele Macris, segretario della Comunità ellenica dello Stretto e docente di Latino e Greco al Liceo classico Maurolico. «La Comunità ellenica, erede della “Universitas Graecorum” che rese illustre Messina dal 1400 al 1908 e che contò tra le sue file Lascaris, i Maurolico, Marolì, i Tafuri, i Macrì, i Pallio, gli Stathopuli, i Calafato, il Vajola, l’eroe risorgimentale Dimitris Bisbikis –scri - ve il prof. Macris– propone che la cappella dell’Ospedale Margherita venga affidata alla Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, riconosciuta con intesa del luglio 2012 dallo Stato italiano, presieduta da Sua Eminenza Ghennadios, del Patriorcato ecumenico di Costantinopoli ». Alla base della proposta, ci sono motivazioni più che concrete, stringenti: «La piccola comunità ortodossa messinese, guidata dall’archimandrita Alessio, è ospite in una sala della chiesa valdese, dal momento che le numerose richieste di Ghennadios ai vari arcivescovi di Messina nell’ultimo decennio sono sempre rimaste senza risposta».