Una ventina giorni, da ieri fino alla fine del mese o poco più, per dare concretezza a quel che non ne aveva più da un decennio: il cammino per realizzare la nuova via Don Blasco, strada ampia e senza interruzioni, tra il Cavalcavia, Maregrosso e il viale Europa. Per concretezza non si intende un progetto – c’è dal 1998, porta la firma dell’esperto di protezione civile Antonio Rizzo e potrebbe diventare subito cantiere – ma i fondi per costruirla, farla davvero questa sospirata strada tra il Molo Norimberga a San Raineri e almeno il primo degli svincoli autostradali. Finanziamenti di cui l’emergenza tir, ormai tutta sulla via La Farina e sul viale Europa, ha un bisogno pressocché disperato. L’iter per la nuova viabilità costiera, che apre alla riqualificazione di aree abbandonate e degradate, urbane e ferroviarie, sta per uscire dalle nebbie. Ma in gioco c’è innanzitutto la vivibilità della terza città della Sicilia che resta in stato d’emergenza per i suoi 3000 tir al giorno, che sconta i limiti degli approdi di Tremestieri, appesi a un filo nell’attesa del porto a Sud che, se va bene, sarà inaugurato nel 2017-2018. Ultima in Italia, non a caso, per la qualità dell’ambiente urbano. Ma torniamo alla nuova Don Blasco, per cui l’Autorità portuale ha messo nel suo bilancio 6 milioni, ma per la quale ne occorrono altri diciotto. Ieri il direttore regionale del dipartimento Infrastrutture, Trasporti e Mobilità della Regione, Falgares, a seguito della riunione già tenutasi sull’argomento a Palermo, tra il governatore Crocetta, l’assessore Bartolotta e il commissario del Comune Croce, ha confermato all’Autorità portuale – e alla Gazzetta del Sud –che l’Amministrazione regionale sta seriamente lavorando per «inquadrare finanziariamente e strategicamente la questione». Ma cosa potrà venire fuori in questi fatidici 20 giorni? «Si tratta – spiega Falgares – del Pac, il Piano Azione Coesione con cui verificheremo quanto può essere attinto in questa direzione ai fondi Fas 2000-2006 o 2007-2013». Non è un percorso facile: Il programma comunitario volge alla fine ma riteniamo possibile inserire quest’opera strategica per Messina, dentro una manovra complessa ed ampia di rimodulazione, per infrastrutture di medio o lungo, periodo assieme ad altre come la velocizzazione della Catania- Palermo».