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L'impegno di Crocetta
riaccende la speranza

triscele
Un primo risultato lo ha già ottenuto. Ha restituito fiducia e speranza agli ex Triscele. Licenziati da dieci giorni ma mai così convinti che ci sia una strada per salvare lo stabilimento e il loro posto di lavoro. La lunga attesa di ieri pomeriggio per incontrare Crocetta ha portato buoni frutti. Il presidente della Regione ha prospettato agli ex dipendenti della Triscele due strade molto diverse per raggiungere lo stesso risultato: continuare a produrre birra nella provincia di Messina. Che poi è l’unico vero obiettivo dei lavoratori. Crocetta ha ipotizzato di vincolare l’area in cui sorge oggi lo stabilimento, un bene di archeologia industriale che non ptorebbe essere abbattuto. In sostanza, se dovesse passare questa linea, alla Triscele non si potrebbe far altro che birra. Salterebbe il progetto di sfruttamento dell’area, salterebbero tutti i piani della famiglia Faranda, che sarebbe costretta a tornare sui suoi passi. L’alternativa proposta dal presidente della Regione è quella della famosa delocalizzazione. L’area ipotizzata per far ripartire la produzione è a Barcellona, nella zona franca urbana che verrà istituita e garantirà sgravi fiscali e agevolazioni. La soluzione verrà proposta alla famiglia Faranda, invitata martedi prossimo al nuovo incontro fissato dal governatore con l’assessore alle attività produttive Linda Vancheri.Se i Faranda confermeranno la volontà di non proseguire la produzione di birra si studieranno soluzioni alternative. In quella o in altre aree, con imprenditori nuovi disposti a investire o con una cooperativa da formare tra i lavoratori. Insomma, in qualche modo bisogna garantire un futuro alla fabbrica che da 90 anni produce birra a Messina. Lo chiedono i lavoratori. Ne è convinto anche il presidente della Regione.

 

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