Buche, buche e ancora buche. Le strade di Messina sono tornate ad essere un colabrodo con tutti i rischi che ne conseguono per pedoni, automobilisti, motociclisti e ciclisti. Provate a chiedere notizie a chi ieri mattina è finito rovinosamente sull’asfalto mentre in sella alla sua bici percorreva la via La Farina all’altezza di via Aurelio Saffi. Non c’è zona della città dove non esistono trappole simili a quelle che quotidianamente un po’ tutti siamo chiamati a schivare. Frequenti le segnalazioni che si pervengono, come quella che arriva da via Grattoni, una strada che collega la via principe Umberto alla via Rocca Guelfonia. Tornando alle buche, non solo quelle isolate qua e la, ma lunghi tratti di arterie in condizioni impossibili. E non strade secondarie, ma di quelle che migliaia e migliaia di messinesi sono costretti a percorrere malgrado tutto. Come, tanto per fare un esempio, il tratto della circonvallazione che dalla chiesa di Pompei conduce fino all’imbocco autostradale di Boccetta. O come quei drammatici venti metri sotto il ponte delle ferrovie in via S. Marta. Buche a Bordonaro e a Torre Faro; a S. Lucia sopra contesse e all’Annunziata. Qualche rattoppo, via via, la squadra manutenzioni del comune lo ha effettuato, ma il periodo invernale e quindi le piogge, non favoriscono certo questo tipo di soluzione. Gli ultimi interventi di scarifica e bitumazione risalgono alla scorsa estate quando per eseguirli furono utilizzati in fondi dell’ecopass. Quanto è accaduto a Palazzo Zanca da allora in avanti è noto, e in tema di buche, non si può non ricordare quelle che si sono aperte anche nelle casse comunali. Non sarebbe male però, tra un’emergenza e l’altra, reperire delle risorse per tentare di dare decoro ed eliminare le insidie che i messinese sono costretti ad affrontare quotidianamente.
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