Il 2013 si apre con una brutta battuta d'arresto per la Provincia regionale. E' infatti andata deserta l'asta per la vendita dell'Hotel Riviera, cessione sulla quale l'Amministrazione puntava moltissimo per la futura programmazione di nuovi investimenti sul territorio. Nessuna offerta è stata presentata, come per altro si temeva considerando l'elevato costo dell'operazione: 20 milioni e 700 mila euro. Cosa fare adesso? La risposta arriva dall'assessore al Patrimonio, Bruno Cilento: «Presenteremo nei prossimi giorni un altro avviso di vendita, potenzialmente potremmo ricorrere alla trattativa privata ma non lo faremo - ha affermato -. Non ci aspettavamo grandi partecipanti, perché il prezzo ovviamente incide sulle possibilità di trovare acquirenti. Ma ci riproveremo con una base d'asta inferiore, ora che la legge lo consente». Quello del costo dell'acquisizione resta, però, un ostacolo quasi insormontabile per qualsiasi soggetto disposto ad acquistare l'immobile.
Negli ultimi bilanci e nel “Piano delle alienazione e valorizzazioni immobiliari” il valore stimato ammonta a 15,6 milioni di euro, corrispondente a quanto la Provincia spese per acquistare l'ex albergo. L'Amministrazione è stata costretta a ripartire da tale somma per non incappare in rilievi e provvedimenti della Corte dei Conti, nonostante il valore commerciale sia evidentemente crollato per la scarsa manutenzione. Riflessione che potrebbe portare Cilento e la Giunta Ricevuto a valutare ipotesi diverse dalla vendita, fino a qualche mese fa ritenuta la migliore soluzione per non far perdere al bene ulteriore valore. «Si sta ipotizzando di utilizzare i locali per scopi istituzionali - ha spiegato Cilento -. Il rischio è che il complesso venga venduto per una somma ridicola, sarebbe un vero peccato». Verosimilmente il prezzo che renderebbe l'affare appetibile si aggirerebbe intorno ai 5-6 milioni di euro, ma a quel punto alla Provincia potrebbe tener l'immobile e farci altro.
In questi cinque anni di Amministrazione Ricevuto sono venute fuori le idee più disparate: da sede decentrata dell'ente a mensa universitaria, passando per uffici della “Stretto di Messina” o dell'Ersu e perfino secondo Palagiustizia. Oggi torna di moda una proposta, quella di trasferire il Provveditorato agli Studi, ma non solo. «Si potrebbe creare una sorta di “palazzo polifunzionale”, all'interno del quale ospitare enti pubblici e scuole – ha rivelato l'assessore -. Ne ho già parlato con il presidente Ricevuto, approfondiremo la questione a breve». Il tempo però passa e il gong di fine mandato si avvicina.
Dopo la diffusione della notizia dell'asta andata deserta pubblicata sull'edizione in edicola di Gazzetta del Sud, una nuova idea è stata lanciata da Roberto Cerreti, consigliere del Mli e candidato presidente a Palazzo dei Leoni. L'ex Hotel Riviera diventi un “Ostello della gioventù messinese”. Si ipotizza una convenzione tra la Provincia regionale e l'Università degli Studi di Messina, senza la necessità di dover variare la destinazione d'uso della struttura. Cerreti dichiara: «Tale possibilità andrebbe sicuramente incontro alle necessità dell’Ateneo e della popolazione studentesca, favorendo economicamente le famiglie dell’hinterland messinese e di oltre Stretto, costrette a pagare affitti sovraumani e spesso in nero per mantenere il diritto allo studio universitario ai propri figli, ed incentiverebbe sicuramente i progetti di interscambio culturale europeo ed internazionale, oltreché le diverse forme di turismo giovanile, riaccendendo anche per le casse comunali e provinciali l’ipotesi, mai attivata negli Enti messinesi, di una produttività nella gestione della cosa pubblica.
Il consigliere continua: «Troppo spesso pensiamo agli Enti pubblici come “stipendifici” e mai come attività che possono produrre per il territorio e per le casse pubbliche. Viene da chiedersi, ma al di là delle somme necessarie per bandire le diverse aste per la vendita del famoso hotel, l’Amministrazione si è mai preoccupata di interagire con i grossi gruppi alberghieri e tour operator per rendere realmente appetibile la vendita dell’immobile? Nel propagandare le più disparate ipotesi di riutilizzo, si sono mai fatti studi di settore che chiarissero gli eventuali reali costi per riadattare la struttura alle pirotecniche ipotesi di Ricevuto e compagni?».