Messina

Domenica 28 Aprile 2024

Sinistra e destra
in piazza
senza disordini

Sono le 15. Piazza Cairoli è praticamente deserta. Dei militanti siciliani di Forza Nuova non c’è traccia. Ma solo perché l’appuntamento, in realtà, non era qui. Dovevano incontrarsi originariamente a Piazza della Repubblica, si sono spostati in via primo settembre, all’incrocio con il viale. I mezzi delle forze dell’ordine sono ovunque. Il percorso del corteo è controllato con grande attenzione. Nulla è lasciato al caso.

Arrivano i primi manifestanti. Preparano striscioni e bandiere. Si organizzano. Sono una cinquantina in tutto, scandiscono slogan e camminano lentamente sulla strada che circonda la Camera di Commercio. Contestano il governo Monti, attaccano le banche. Per ironia della sorte il loro corteo arriva proprio davanti alla sede della banca d’Italia.

Fila tutto liscio, il servizio di controllo funziona alla perfezione. Nessuno disturba il corteo che va avanti per poco più di un’ora. Poi i manifestanti vanno via, i blocchi delle forze dell’ordine vengono rimossi, tutto torna alla normalità. Le preoccupazioni degli ultimi giorni spariscono. Messina ha superato senza conseguenze questa giornata di cortei politici. Stamattina era scesa in piazza la sinistra, con un altro corteo che ha attraversato strade alternative della città, salendo da piazza Antonello verso la Via 24 maggio per arrivare fino a Piazza Castronovo. In testa un camion attrezzato per accompagnare a ritmo di musica la manifestazione contro la crisi, con tanti di artisti di strada e rappresentanti di associazioni e gruppi politici di sinistra. Filata liscia, senza intoppi e senza scontri. Una protesta normale, insomma. In una giornata che normale rischiava di non essere.

Per manifestare il loro dissenso verso la manifestazione pomeridiana, gli esponenti della sinistra hanno occupato nel pomeriggio il teatro in Fiera inattivo da oltre 10 anni. Hanno così inteso protestare in un luogo simbolo del declino della città per mettere in evidenza la cattiva gestione da parte di chi si è avvicendato nell’amministrazione. “Oggi ci riprendiamo ciò che è nostro, scrivono in un documento pervenuto alle redazioni, da oggi non si torna a casa se non per accumulare forze che ri-esonderanno nelle strade. Il desiderio di ciò che potrebbe essere, unito alla rabbia per ciò che è, ci legittima a rivitalizzare gli spazi del comune.

 

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