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Partecipate: quello che la Corte non sa

Svariate dismissioni convalidate, ma ignorate. E' nel settore Partecipate che è emerso chiaramente il mancato “aggiornamento” della Corte dei Conti rispetto all'attività scolta dall'Amministrazione. Rispetto al 2010, infatti, sono diversi i provvedimenti varati che ridotto sensibilmente il numero delle società collegate all'ente. Anche grazie a quei consiglieri provinciali, come Roberto Cerreti e Pippo Rao, che durante tutto il mandato hanno sollecitato lo sviluppo dell'iter e poi vigilato sul rapporto tra l'ente e questi soggetti. Di tutto questo si è discusso in occasione di un tavolo tecnico interno all'ente, organizzato dall'assessore Michele Bisignano e al quale hanno preso parte, tra gli altri, il ragioniere generale Nino Calabrò, i revisori dei conti e il presidente del consiglio provinciale Salvino Fiore.

Bisignano ha posto al centro del dibatto i rilievi dell'organo di controllo e spiegato la particolarità di alcuni aspetti. A partire dall'evidenziata «anomala modalità di copertura delle perdite di esercizio», che secondo la Corte risulterebbero «essere state oggetto di un singolare meccanismo di ripiano annuale “a piè di lista” da parte della Provincia», attraverso apposito stanziamento in bilancio e successivo trasferimento della quota di pertinenza. Ipotesi smentita dall'assessore e dai tecnici, nonostante nella delibera della Corte si parla di «conferma in sede di adunanza». Ancora “criticata” la richiesta di abbandonare le società che per tre esercizi consecutivi hanno registrato perdite di esercizio, come sollecitato dal decreto Monti: «Ci si è dimenticati della deroga per pubblico interesse», ha evidenziato Bisignano. E' il caso della Sogas.

Contestato anche l'elenco delle società per le quali la Corte ha rilevato “consistenti” perdite d'esercizio, molte delle quali, secondo Bisignano, già abbandonate da Palazzo dei Leoni. Su tutte proprio la Sogas, società di gestione dell'aeroporto dello Stretto, per la quale sono state superate le procedure per la prelazione ai soci e si attende il processo di privatizzazione per piazzare le quote, evitando l'iter del bando pubblico. Passaggio che servirebbe per le altre Spa e che rende di fatto molto più lento la fuoriuscita da queste Partecipate, finendo così per il pesare ancora sulle casse dell'ente.

«Dall'incontro è emerso che al momento non esiste un rischio dissesto, seppur sussistono una serie di criticità che devono essere affrontate - ha commentato Bisignano -. Sono evidenti, però, le discrasie tra la realtà e la delibera della Corte dei Conti». Intanto prosegue il lavoro avviato ormai parecchi mesi fa. Il Consiglio ha votato ad inizio settimana la delibera unica contenente la dismissione dalla Multiservizi Spa che si occupava del servizio di vigilanza venatoria e della Srl “gemmata”. L'attenzione degli uffici si sposterà invece sui Consorzi, mentre Bisignano è tornato a chiedere un potenziamento dell'ufficio, con personale qualificato in materia tecnico-contabile, ma soprattutto un maggiore raccordo tra gli uffici per evitare i blackout che hanno portato alle bacchettate della Corte dei Conti.

 

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